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economia

Infrastrutture, innovazione e agricoltura. Ecco dove si concentrano gli aiuti di Stato

 

Dopo aver pubblicato i dati sugli aiuti di Stato per i quali i 28 Paesi membri hanno chiesto l’autorizzazione alla Commissione europea nel 2015 e gli importi effettivamente utilizzati, oggi abbiamo rielaborato i dati dal 2009 a oggi in base ai settori economici in cui sono stati utilizzati aiuti pubblici nazionali ritenuti compatibili con le regole europee a tutela della concorrenza, del mercato e dei contribuenti. Per ciascun anno abbiamo fatto anche il confronto con la media europea. La differenza più evidente è nelle spese per le infrastrutture, per le quali l’Italia spende molto di meno della media Ue.  Ma la navigazione delle due tabelle riserva molte altre sorprese.

 

Secondo i rapporti nazionali di spesa per il 2015, gli Stati membri hanno speso 98 miliardi di euro, vale a dire lo 0,67% del PIL, in materia di aiuti di Stato a livello di Unione europea, con un decremento di circa 0.04 pp del PIL rispetto al 2014. In termini nominali, questo rappresenta una leggera diminuzione di circa il 0,5% rispetto al 2014 le spese (-465 milioni di euro). Circa il 46% della spesa totale è attribuita agli aiuti di Stato per la tutela ambientale e il risparmio energetico, in particolare l’introduzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile (FER) . Senza gli aiuti di Stato al risparmio ambientale ed energetico, gli Stati membri hanno speso circa 53 miliardi di euro, vale a dire lo 0,36% del PIL. In termini nominali, questo rappresenta un calo di circa il 6,6% rispetto al 2014 le spese (- 3,7 miliardi di euro). Se guardiamo ai singoli settori, in Italia le spese sono concentrate per 2,4 miliardi nelle infrastrutture, seguite da agricoltura, 1,4 miliardi e 1,1 innovazione. Rispetto agli anni precedenti, la distribuzione degli aiuti di Stato cambia molto, sia dal punto di vista degli importi che dei settori produttivi.