Un camion contro la folla nel centro di Stoccolma, in un negozio di un centro commerciale della via pedonale più frequentata di Stoccolma. Ci sarebbero almeno tre morti – ma alcune fonti parlano di 5 – e diversi feriti. Leggi la cronaca sul Sole 24 Ore.com Il 22 marzo l’ attentato che ha colpito il cuore di Londra, la zona del Parlamento di Westminster. In un precedente articolo, Info Data aveva raccolto da Wikipedia i dati relativi a tutti gli attentati del 2016. La nuova grafica è invece aggiornata, al momento, ai primi 3 mesi dell’anno 2017.
Iraq, Afghanistan, Pakistan, Siria e Somalia rimangono le nazioni più colpite dal terrorismo anche nei primi tre mesi del nuovo anno. Sono 460 le vittime registrate in Iraq, a cui si aggiungono 650 persone tra feriti e rapiti. La capitale Baghdad rimane il centro nevralgico dell’attività terroristica dello Stato Islamico. Afghanistan (369 morti e 375 feriti) e Pakistan (182 morti e 533 feriti) rimangono tra i paesi più pericolosi. In queste zone agiscono prevalentemente i talebani afghani e quelli pakistani di Tehrik-i-taliban, coalizione attiva soprattutto nelle zone semiautonome del nordovest e costituita in gran parte da veterani con precedenti di combattimento in Afghanistan, poi tornati in patria. Nelle piccole grafiche relative ai gruppi maggiormente attivi nel 2017 proprio il gruppo Tehrik-i-taliban ha preso il posto di Al-Nusra.
Lo Stato Islamico continua ad essere il gruppo terroristico maggiormente attivo, oltre che l’unico capace di muoversi trasversalmente su diversi continenti, sfruttando una straordinaria capacità di reclutamento della gioventù sunnita (e non solo), direttamente nei luoghi d’origine. Rispetto al 2016 non si registrano però azioni nel Nord America. Lo scorso anno l’Isis era riuscito a colpire gli Stati Uniti e il Canada.
La grafica che accompagna la mappa analizza, alcuni dei gruppi più attivi dell’ultimo anno. Come mostrato in legenda, ogni schema è una sorta di piccolo calendario, in cui sono stati segnati i principali attentati compiuti dalle diverse organizzazioni. Ogni colonna è un mese del 2016, giorno per giorno, dall’alto verso il basso. Intuitivamente, più punti appaiono in questa parte centrale, più il gruppo è stato attivo durante l’anno. Sopra e sotto i piccoli grafici a barre aiutano a quantificare vittime (nella parte superiore, in rosso) e feriti/rapiti (nella parte inferiore, in blu), mese per mese. I petali sulla sinistra, che incorniciano il nome dell’organizzazione a cui si riferiscono, rappresentano ognuno un continente. Un petalo rosso indica la presenza del gruppo terroristico nel continente a cui fa riferimento, i petali grigi segnalano invece l’assenza di attività nell’area. Più petali si colorano di rosso, maggiore è la capacità del gruppo di muoversi e compiere attentati su più continenti.
Alla grafica principale si aggiunge un’analisi dei trend rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella visualizzazione è possibile filtrare i risultati per gruppo terroristico e selezionando l’opzione preferita tra morti e feriti.
Nei primi tre mesi del 2016 erano state 2978 le vittime di attentati, contro i 2231 del 2017. Quasi dimezzato il numero di feriti e rapiti, passato da 4444 a 2995. Il picco del 2016 si è registrato l’8 febbraio, quando le Stato Islamico fece fucilare a Mosul circa 300 persone, molti dei quali appartenenti alle forze dell’ordine irachene. Il maggior numero di vittime nei primi tre mesi del 2017 si è invece registrato il 16 febbraio scorso, quando due diversi attentati hanno colpito rispettivamente il Pakistan e l’Iraq. A Sewhan, situato nel sud del Pakistan, un attentato suicida in un santuario ha ucciso almeno 88 persone e ne ha ferite più di 250. Lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attentato. Lo stesso giorno almeno 59 persone sono state uccise e più di 60 sono rimaste ferite in un’esplosione di un’autobomba in una concessionaria di auto a Baghdad.