Ogni dieci incidenti in cui un pedone è stato investito e ucciso in Europa, uno è avvenuto in Italia. Questo quanto accaduto nel 2014 secondo i dati raccolti dallo European Road Safety Observatory e pubblicati nell’edizione 2016 del rapporto “Traffic safety basic facts”. Stando al quale due anni fa sono state 5.621 le persone che hanno trovato la morte mentre camminavano per la strada.
Il Paese più colpito la Polonia, dove le vittime sono state 1.116, praticamente un quinto del totale. Quindi ecco la Romania, con 697 decessi. Quindi, al terzo posto di questa tutt’altro che piacevole classifica, ecco l’Italia. Dove nel 2014 sono stati 578 i pedoni travolti e uccisi. I dati forniti da Erso vanno indietro fino al 2005 e permettono così di ricavare una serie storica. Il risultato è questo:
Guardando l’andamento dal 2005 al 2014 (basta passare con il mouse sul nome di un Paese per evidenziane i risultati nel grafico), appare un elemento positivo: negli ultimi dieci anni il numero delle vittime è calato. All’inizio della serie storica a livello europeo le vittime furono 8.622, 786 nella sola Italia. In media c’è insomma stata una riduzione dei decessi del 35%. Che, a livello italiano è più basso, visto che si attesta intorno al 26,5%.
Detto questo, le strade italiane restano comunque tra le più pericolose d’Europa. Ma è davvero così? Non esattamente. Se infatti si guarda al numero di vittime per ogni milione di abitanti, la prospettiva cambia. E di molto. I numeri, infatti, forniscono questo quadro:
In rapporto al numero di residenti, sono le strade lituane quelle più pericolose per i pedoni, visto che nel 2014 hanno visto la morte di 37 pedoni ogni milione di abitanti. Polonia e Romania, che guidavano la classifica anche dal punto di vista dei numeri assoluti, restano in posizioni alte anche se si normalizza il numero dei decessi confrontandolo con la popolazione totale.
L’Italia, invece, scende. E di molto. Sono infatti 10 ogni milione di persone gli italiani investiti e uccisi sulle strade nel 2014. Un numero comunque alto, ma inferiore rispetto a quello di molti altri Paesi europei. E che permette di concludere con due notizie, una buona e una cattiva. La prima è che raffrontato al 2005 (basta usare le frecce sopra il grafico per scorrere avanti e indietro nel tempo) il numero di decessi per milioni di abitanti fa registrare un calo di quasi il 30%. La cattiva è che rispetto al 2013, quando i morti ogni milione di persone furono 9, si registra un aumento. L’auspicio è che questo non inauguri una nefasta tendenza al rialzo.