La coincidenza appare perfetta: dove ci sono criminalità e degrado non si rispetta l’obbligo di far revisionare i veicoli. Questo appare dagli open data divulgati dalla Motorizzazione e riferiti al 25 febbraio 2017 (il prossimo aggiornamento è programmato verso fine luglio): nei centri del Sud (soprattutto di Campania, Calabria e Sicilia) che più spesso sono al centro delle cronache, le violazioni si aggirano sul 30-40%. Nei primi posti della classifica spicca una sola eccezione: la tranquillissima (almeno per quanto riguarda i crimini violenti) Campione d’Italia, enclave in territorio svizzero. Ma c’è una spiegazione e sta proprio in quest’ultimo particolare, perché lì spesso le revisioni vengono svolte nei centri svizzeri più vicini, essendoci un accordo di reciprocità fra i due Paesi per il riconoscimento dei test svolti oltrefrontiera: l’accordo funziona, ma evidentemente ci sono ritardi nello scambio di dati, per cui le banche dati possono non essere aggiornate e può risultare non in regola anche chi lo è.
Un accordo del genere manca invece – paradossalmente – con il resto della Ue. E va combinato con una normativa europea piuttosto lasca e poco attuabile sull’obbligo di reimmatricolare il proprio veicolo nello Stato membro nel quale si risiede effettivamente (cioè si ha la cosiddetta residenza normale, che implica almeno 185 giorni di permanenza in un anno). Il risultato è che i molti italiani che vivono in altri Paesi Ue e si sono portati con se il proprio mezzo vanno non di rado fuori dai termini previsti per far effettuare la revisione, perché non sempre riescono a tornare in Italia per tempo.
Invece, non è tanto alto quanto ci si potrebbe aspettare il tasso di infrazioni nelle piccole isole, dove c’è sempre la sensazione di diffusa illegalità stradale per il fatto che circolano in pochi (e tutti conosciuti a livello locale), a bassa velocità e per brevi tragitti, mentre la vigilanza è ridotta.
In generale, i dati sull’evasione dell’obbligo di revisione sono lievemente sovrastimati rispetto al numero reale dei veicoli che non viene sottoposto a revisione (per pura dimenticanza o consapevolmente). Per due motici:
- sono compresi anche i mezzi che vengono portati al controllo e non lo superano (una quota che comunque incide poco, perché da sempre quando emergono carenze che comporteranno la bocciatura la revisione viene interrotta e rimandata, per cui del tentativo andato male non resta traccia negli archivi della Motorizzazione);
- non vengono scartati i veicoli che si trovano sotto fermo amministrativo, sequestro o sono stati confiscati e attendono di essere rivenduti;
- ci sono mezzi che non circolano più e che tuttavia non risultano radiati, o perché sono conservati in aree private o perché sono stati abbandonati o perché sono stati affidati a demolitori non autorizzati (che quindi non effettuano la radiazione regolarmente).
Per il resto, i dati tengono conto anche delle diverse scadenze previste dalle norme. Cioè di solito quadriennale e biennale per i mezzi leggeri, annuale per taxi e mezzi pesanti. Ma ci sono casi particolari, come per esempio quelli dei veicoli d’importazione parallela o che hanno avuto gravi incidenti: per ognuno di questi mezzi, la scadenza è determinata in modo “personalizzato” dagli uffici provinciali della Motorizzazione, applicando le regole generali al caso singolo. Ma anche di questo la banca dati della Motorizzazione tiene conto.
La banca dati consente anche di differenziare per tipo di veicolo, ricavando per esempio i dati sulle mancate revisioni dei bus. Un tema che in primavera dovrebbe stare a cuore a molte famiglie che mandano i propri figli in gita scolastica, visto che sono quasi quotidiane le notizie di pattuglie che fermano pullman con gomme usurate, cinture di sicurezza malfunzionanti o addirittura mancanti, martelletti frangivetro assenti e uscite di sicurezza che non si aprono come dovrebbero. E vanno ricordate le immagini della tragedia dell’estate 2013 sull’A16 presso Avellino, quando un guasto alla trasmissione di un bus sottoposto a una revisione fasulla ne provocò la caduta da un viadotto (complici le carenze del guard-rail dell’autostrada), facendo morire 40 persone. La revisione è un’operazione importante per la sicurezza, anche se da sola non garantisce che i veicoli siano del tutto in ordine (tanto che dal 6 giugno i mezzi pesanti dovranno essere presentati al test muniti di un certificato di regolare manutenzione). Prossimamente vedremo quali sono le zone più a rischio.