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Cinque per mille, il trend degli incassi per oltre 55mila enti beneficiari

La riforma del cinque per mille sta per essere approvata e il contributo per il non profit cambierà volto. Per correggere la disparità tra gli enti più premiati dalle scelte dirette e quelli meno gettonati, il decreto dovrebbe introdurre criteri più uniformi e assicurare così più equità nella distribuzione delle quote “non optate”, tramite le scelte generiche dei contribuenti. Fatto sta che ad oggi, in base agli ultimi dati messi a disposizione dall’agenzia delle Entrate sugli importi assegnati nel 2015, emergono chiaramente le anomalie nella distribuzione del contributo: a dieci enti va quasi un terzo degli importi assegnati, mentre – intorno ai “pochi eletti” – è rappresentata da ben 21.435 enti la galassia di coloro che incassano meno di mille euro, di cui 995 registrano una sola scelta espressa a loro favore. A questi si aggiungono addirittura 1.848 soggetti che, dopo essersi iscritti agli elenchi dei potenziali beneficiari, non hanno poi ottenuto alcuna devoluzione e restano, pertanto, a bocca asciutta.

Ecco la mappa dei beneficiari e il trend storico dal 2013 al 2015.

Per ciascuna organizzazione, ente di volontariato, associazione sportiva dilettantistica, Comune oppure istituto di ricerca è inoltre possibile conoscere il trend storico del 5 per mille: per qualcuno l’importo del contributo devoluto dai contribuenti  è salito negli ultimi anni, per altri è sceso. Ad esempio l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che nel 2014 ha incassato 10 milioni in più rispetto all’anno precedente, nell’ultimo anno ha ridotto invece il beneficio di milione di euro portando a casa 64,95 milioni.

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