Si sono alzati ulteriormente i toni della polemica sull’asse Washington-Berlino, complici, forse, i guai con l’Fbi di Donald Trump – ieri si è dimesso il direttore della comunicazione della Casa Bianca, Michael Dubke – e le elezioni a settembre in Germania che inducono i duellanti a non usare mezzi termini. Conti alla mano, la Germania non è affatto “cattiva” per gli Stati Uniti e la loro economia. Nè lo sta diventando, anzi. Nel 2015, stando allo stesso Dipartimento di Stato, gli investimenti diretti tedeschi sono arrivati a 255 miliardi di dollari. Vale a dire più del doppio di quelli statunitensi nell’opposta direzione e in aumento di quasi 30 miliardi dall’anno prima, quando erano già lievitati di 19 miliardi. Berlino è il quinto partner commerciale americano ed è in posizione simile nelle graduatorie degli investimenti. Certo, ha un surplus nell’interscambio bilaterale, 65 miliardi nell’ultimo anno alla pari con Giappone e Messico. Nel 2016 il deficit commerciale Usa nei confronti della sola Germania è stato di 64,8 miliardi di dollari su un totale di 730 miliardi.