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politica

L’Italia dell’8 e del 2 per mille. Ecco a chi diamo i nostri soldi

Come ogni anno, con la presentazione della dichiarazione dei redditi, si potrà decidere a quale confessione religiosa, onlus, ente, partito politico destinare i nostri 8xmille e 2xmille. Due quote di imposta sui redditi i cui maggiori beneficiari, analizzando i dati del 2016, sono rispettivamente la Chiesa Cattolica e il Partito Democratico.

L’otto per mille è la quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF, che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazioni dei redditi, fra se stesso e le confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa. La Chiesa Cattolica vince nettamente in termini di contributi ricevuti, anche favorita dal “meccanismo indifferenza”, secondo il quale anche i contributi dei contribuenti che non esprimono una preferenza gli vengono assegnati.

Il due per mille, introdotto nel2014 prevede invece l’assegnazione della propria quota Irpef a favore di un partito, con un sistema di finanziamento volontario. Secondo un sondaggio di SWG, pubblicato sul finire di Aprile, il partito più votato dall’area cattolica sarebbe, per distacco, il Partito Democratico.

Noi di Info Data siamo andati alla ricerca di correlazioni a livello regionale tra 8 e 2 per mille, per comprendere che relazione esiste tra il primato della Chiesa Cattolica e quello del partito guidato da Matteo Renzi. I sondaggi sull’elettorato cattolico rispecchiano la distribuzione dei contributi? Le regioni che assegnano l’8permille alla Chiesa Cattolica hanno anche alte percentuali di 2permille al Partito Democratico?

Esiste una correlazione?

A livello nazionale, nel 2016, l’81.05% dei contributi per l’8permille sono stati assegnati alla Chiesa Cattolica. A livello regionale, pur mantenendosi sempre sopra al 50%, le percentuali maggiori si raggiungono al sud. Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Molise raggiungono il 90% o percentuali superiori.

Il 2permille al Partito Democratico vede invece in testa (seppur con un numero di contribuenti molto inferiori a quelli dell’8permille) le regioni più tradizionalmente a sinistra, guidate da Emilia Romagna (69%) e Toscana (68%).

Due mappe che sembrano quasi totalmente ribaltate. La Sicilia, prima regione per contributi alla Chiesa Cattolica, è solo 16esima per contributi destinati al Partito Democratico.La Puglia passa dal secondo al 15esimo posto, la Calabria dal terzo al 18esimo, Campania dal quarto al 14simo. Il balzo più ampio è, però, quello dell’Emilia Romagna. Ultima regione per contributi alla Chiesa Cattolica, primato di 2permille destinato al Partito Democratico. Anche la Toscana passa dalla seconda posizione al 18posto, confermando questa tendenza che unisce gli estremi delle due classifiche.

Un risultato in controtendenza rispetto ai sondaggi sulle intenzioni di voto, in una paese dove il voto cattolico è sempre stata una componente storicamente rilevante.

Una piccola curiosità. Il Partito Democratico è in testa per contributi destinati in tutte le regioni escluso il Trentino Alto Adige, dove raccoglie solo il 22% del totale. Superato dal Südtiroler Volkspartei, Partito popolare sudtirolese, che rappresenta, per statuto, gli interessi dei gruppi linguistici tedesco e ladino della provincia autonoma di Bolzano.

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