Apple ha venduto 1 miliardi di iPhone dal 29 giugno 2007. Quando è nato il primo apparecchio – ha ricordato a Reuters Tony Fadell uno degli sviluppatori – il modello di business era un disastro”. Non c’era ancora l’app store e poteva funzionare solo con At&t. E’ a partire dal 2008, con la nascita dell’app store, che iPhone diventa il primo esemplare di smartphone moderno. Dieci annni dopo il giro d’affari generato dalle applicazioni per telefonino ha raggiunto 24,3 miliardi di dollari.
Come è cambianto il mercato. Anche il mercato degli smartphone è cresciuto in modo esponenziale: nel 2016 aveva un giro d’affari 431 miliardi di dollari a livello globale, 4 miliardi di persone possedevano un device, 2 miliardi uno smartphone e sono decine di migliaia le app disponibili e sono destinate ad aumentare, con l’avvento delle nuove tecnologie, come quelle per l’internet delle cose, le auto connesse e le smart home. Per Apple e per Tim Cook, che ha raccolto la pesante eredità di Steve Jobs, la sfida è ora capire come sarà il mondo tecnologico tra altri dieci anni e adattare di conseguenza iPhone, dotandolo di sempre nuove funzioni, che riflettano e soddisfino le nuove necessita’ dei consumatori. Ma sopratutto a livello finanziario la sfida sarà anche quella di liberarsi dalla dipendenza da iPhone. Più della metà del fatturato di Apple è legato al business del telefonino.
Il nuovo iPhone e la concorrenza. Nel corso del tempo iPhone è molto cambiato, nell’aspetto, nelle capacità e nelle potenzialità, ma non gioca più da sola: le rivali di Cupertino, Samsung in testa, inizialmente rimaste al palo, hanno progressivamente colmato il divario e hanno messo sul mercato prodotti competitivi e diversificati. Il Samsung Glaxy S8 è attualmente lo smartphone più avanzato.
L’avanzata inarrestabile cinese. Se infatti è vero che nei primi tre mesi dell’anno sono stati venduti 380 milioni di smartphone nel mondo, 91 milioni circa, il 24 per cento, sono cinesi. Cioè sono da attribuire a brand asiatici come Huawei, Oppo e Vivo che sono cresciuti in un anno del 17%. «I produttori top cinesi – afferma il direttore del settore ricerche di Gartner – vincono perché non solo hanno prezzi più competitivi ma offrono tecnologia e qualità». Tradotto significa che non è più solo una questione di volumi, low cost e di fascia bassa. Come ormai è chiaro da almeno un anno i cinesi hanno investito molto in questo mercato con l’ambizione di rosicchiare quote di mercato ai due big assoluti (Apple e Samsung). Proprio loro, sempre secondo Gartner, rappresentano un terzo del mercato (34%). Solo un anno fa erano il 38% con i cinesi che rappresentavano solo il 16,9%. Qualcosa sta quindi cambiando e anche molto rapidamente sotto i loro piedi. E chi si deve preoccupare di più è Samsung (in un anno è passata da 23,3% a 20,7). Tuttavia, questi numeri non benificiano ancora degli effetti del Samsung Galaxy 8 (i preordini sono andato molto bene e al di sopra delle aspettative) e anche dell’arrivo del Note 7. Quindi nel secondo semestre le cose potrebbero cambiare per il produttore coreano
Il nuovo iPhone. I fan della Mela aspettano però con ansia iPhone 8 che oltre a festeggiare dieci anni è chiamato in autunno a cambiare ancora una volta il paradigma della telefonia mobile mondiale. Serve una invenzione, certo, una scintilla di creatività su un mercato ormai standard dove si fatica a trovare qualche cosa di realmente nuovo. Serve quindi una magia che manca da tempo all’azienda più capitalizzata del Pianeta. Le risorse per reinventare lo smartphone indubbiamente le ha. Ora serve una idea. Come è stato iPhone dieci anni fa.