Vi si sono buttati, in modo diverso ma con simile enfasi, celebrità dell’universo hi-tech come Elon Musk e Jeff Bezos. Destinando assegni a nove zeri alle rispettive creature (SpaceX e Blue Origin), i numeri uno di Tesla e Amazon hanno sicuramente contribuito a rendere le startup tecnologiche impegnate nel settore spaziale obiettivi di investimento molto importanti. E in alcuni casi molto pregiati. Eppure questo settore sta conoscendo un andamento al ribasso, magari solo passeggero, dopo un triennio di crescita scoppiettante. Nel 2012, infatti, il volume dei finanziamenti destinati alle nuove imprese tech era quasi inesistente (107 milioni); nel 2015 si è arrivati, secondo le rilevazioni di CB Insights, a toccare quota 2,3 miliardi di dollari in 46 diverse operazioni. L’anno passato è iniziata l’inversione di tendenza, con una discesa consistente della raccolta di capitali, fermatasi a 1,5 miliardi con un calo del 37% anno su anno. Il numero dei deal conclusi, invece, è pressoché rimasto sui livelli dell’anno precedente, 40 contro 46.
Ma chi sono le startup dello spazio, e soprattutto cosa fanno?
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