L’aspetto paradossale è che non basta nemmeno un lavoro: un terzo dei giovani tra i 18 ed i 34 anni che vive ancora con mamma e papà risulta essere occupato. Eppure non esce di casa. Una percentuale in calo negli ultimi anni, cui fa però da contraltare un incremento di quella di chi vive con i genitori e un lavoro lo sta cercando.
Per disegnare la mappa dei giovani che vivono in famiglia, ovvero con almeno un genitore secondo la definizione statistica, IndoData si è affidata ai dati dell’Istat, che ha appena pubblicato i numeri aggiornati al 2016. E il risultato è questo:
Di default la mappa mostra la situazione relativa ai giovani occupati. Ovvero, per ogni 100 persone tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori, qual è la percentuale di ragazzi e ragazze che hanno un lavoro. Valori decisamente più alti al nord che al sud. Questo innanzitutto perché la disoccupazione giovanile è più alta nel Mezzogiorno. Non a caso, se utilizzando il filtro si sceglie di considerare chi, tra coloro che vivono con i genitori, è in cerca di occupazione, la situazione si ribalta.
L’aspetto più interessante, però, è la percentuale di coloro che sono occupati eppure vivono ancora con mamma e papà. In Trentino Alto-Adige più della metà di quanti dormono ancora nella cameretta di quando erano bambini ha un lavoro. In Friuli Venezia Giulia il 49,9%, in Veneto e nelle Marche il 45%. Bamboccioni? Forse. O probabilmente lavoratori il cui stipendio non è tale da permettere loro di prendere un appartamento in affitto. Né di chiedere un mutuo.
Ora, se si guarda alla seconda parte dell’infografica, si vede come la percentuale di giovani che vivono con i genitori e che risultano essere occupati è calata di quasi quindici punti nel corso degli ultimi dieci anni. Notizia positiva? Se ci fosse solo questo, sì. In realtà, lo si vede con il filtro che permette anche di selezionare la singola regione, non è tutto. Sì, perché mentre saliva la quota di occupati tra chi vive con i genitori, cresceva quella di chi un lavoro lo cercava.
Ora, i dati raccolti da Istat permettono di approfondire ulteriormente l’analisi. Per scoprire, ad esempio, dove abitano i giovani che vivono con i genitori.
Intanto, una precisazione: il totale non dà 100 perché InfoData ha escluso dall’analisi quei giovani che Istat indica come ‘casalinghe’ e ‘in altra condizione’. Detto questo, se si guarda agli abitanti dei piccoli comuni, quelli fino a 2mila abitanti, si nota come la quota maggiore di quelli che vivono con i genitori abbia comunque un lavoro (44%). Occupazione che comunque non consente loro di uscire di casa.
È interessante notare che, se con il filtro ci si sposta verso realtà di dimensioni più grandi, la percentuale di giovani che vivono in casa e lavorano si abbassa fino al 27,3%. Al contrario, quella degli studenti cresce: nei piccoli paesi si tratta di poco più del 27%, nei centri delle aree metropolitane si arriva al 42,2%. Del resto, è qui che si trovano le università. Ed è più facile che la mattina si vada in aula e la sera si torni nella casa dove si è cresciuti.
Resta invece invariato il valore relativo a coloro che vivono con i genitori e sono in cerca di un lavoro. Si passa dal 26% dei centri più piccoli al 27,5% delle grandi città. Segno che poco importa dove vivano, l’Italia resta un Paese difficile per i giovani.