Il mercato interno si conferma nuovo motore dell’industria italiana dei costruttori di beni strumentali, che chiude il 2016 con un nuovo record di fatturato (oltre i 42 miliardi, +3,5% rispetto all’anno prima). E nel 2017 si prevede una ulteriore crescita del 4,1%, fino a toccare quota 44,3 miliardi. Lo confermano i dati di Federmacchine, l’associazione che raggruppa le 13 industrie italiane produttrici di macchine strumentali, un totale di 5.100 imprese con 185mila addetti. Dopo la corsa degli ultimi anni, la crescita delle esportazioni tira il freno (pur restando in territorio positivo:+1,2% l’anno scorso) e lascia il posto alla «fame» di macchinari delle industrie italiane. L’anno scorso le consegne interne sono cresciute del 9,4%, dopo il 7,1% del 2015, per un valore di 13 miliardi che si somma agli 8,5 miliardi di import (pure questo in crescita, +5,3%) generando un consumo di 21,5 miliardi, in aumento del 7,7 per cento. Il trend è destinato a crescere nell’anno in corso, spinto dagli incentivi del Piano Industria 4.0. Programma di incentivi, che secondo quanto risulta da un’indagine interna della stessa Federmacchine, registra al momento una predilezione dell’iperammortamento (preferito per il 65% degli ordini raccolti fino a oggi) rispetto al superammortamento (scelto nel 35% dei casi).