Rallenta la corsa per l’export italiano extra-Ue. Secondo l’Istat, a giugno 2017, le esportazioni verso i Paesi fuori dalla galassia europea si confermano in aumento dell’ 8,2% rispetto allo stesso mese di un anno fa, così come del +9,1% è l’aumento nel semestre gennaio-giugno di quest’anno rispetto all’analogo periodo 2016. Positivo, ma in frenata rispetto alla cavalcata a due cifre dell’ultimo dato, quello rilevato a maggio.
L’inciampo è pero sul dato mensile. Come certifica l’Istituto nazionale di Statistica, a giugno – rispetto a maggio – le esportazioni del “Made in Italy” risultanto in flessione (-1,6%) e ancora di più le importazioni (-5,3 per cento). Non solo. Anche il trimestre (aprile-giugno) rispetto al precedente (gennaio-marzo) vede il primo dato negativo (-1,5%). Su tre mesi, non si vedeva segno meno dall’inizio del 2016 (quando la contrazione era stata del 2,7%).
Che si tratti di nubi passeggere o destinate a rallentre la corsa, è difificile prevederlo. Certamente, se a giugno il saldo italiano del commercio estero extra europeo ha mostrato un avanzo di 3,2 miliardi di euro (a fronte dei 3,4 miliardi segnati nel giugno 2016), quest’anno giugno ci sono comunque 8,2 miliardi di euro in più nei primi 6 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2016. Guardando il dato con la lente della crescita annua, rispetto a giugno 2016, l’aumento più marcato ri registra soprattutto per l’energia (+20,6%), e per i beni di consumo durevoli (+11,1%) e di intensità minore per i beni intermedi (+7,5%) e i beni strumentali (+7,4%). Anche l’import è in crescita (+12%), sulla spinta principalmente dei beni di consumo durevoli (+26,8%) e dall’energia (+21,5%). A spingere sono soprattutto le esportazioni verso Cina (+32,9%), Russia (+26,8%), Stati Uniti (+12,4%) e Turchia (+4,4%), che proseguono l’incremento, accelerando rispetto al tasso di crescita rilevato dall’inizio dell’anno. Ma la dinamica positiva (anche se inferiore ai tassi rilevati a inizio anno) riguarda anche le vendite verso i paesi Mercosur (+18,9%), i paesi Asean (+8,6%) e il Giappone (+4,2%). La flessione delle vendite è evidente, invece, nell’area Opec (-2,8%).
Articolo sul Sole 24 Ore del 25 luglio 2017