Il Sole 24 Ore» ha passato ai raggi X le stime macroeconomiche sul Pil di Commissione Ue, Ocse e Fondo monetario internazionale degli ultimi cinque anni sui quattro grandi dell’Eurozona a partire dal 2012 e riferite all’anno successivo, fino a quelle sul 2017 formulate nel 2016. Per ciascun anno sono state considerate le analisi rituali di primavera e d’autunno (che assumono denominazioni diverse a seconda dell’Organizzazione) per misurare la portata della correzione. Il confronto fa emergere una serie di sorprese. È infatti la Germania ad aver collezionato più revisioni al ribasso: ben 13 contro le 11 della Francia e le 10 dell’Italia, mentre la Spagna ne ha incassate solo sette e ha ottenuto 6 rialzi. La più severa con Berlino appare proprio la Commissione Ue (5 ribassi in tutti e cinque gli anni), mentre per l’Italia solo 3 ritocchi all’ingiù. Con il nostro Paese l’Ocse ha invece cambiato idea e abbassato la stima per quattro volte. Il caso più eclatante riguarda la revisione al ribasso dello 0,9% delle previsioni del 2014 riferite al 2015: un Pil stimato in aumento dello 0,2% appena rispetto al più lusinghiero 1,2% previsto sei mesi prima.