Proviamo a restringere il campo. Non parliamo di lavatrici o tostapani. Ma di oggetti connessi al web o in rete. La differenza non è di poco conto. A muovere elettrodomestici, smartphone, pc e non è più Microsoft. Le connessioni a dispositivi Android hanno superato a marzo quelle provenienti da apparecchi con sistema operativo Microsoft. Lo certifica per la prima volta Stat Counter e il distacco è piccolissimo: 37,93% copntro 37,91. Se ci fermassimo qui però tutto si ridurrebbe a uno scontro di piattaforme. In realtà occorre andare un pochino più nel dettaglio per capire cosa è successo.
Source: StatCounter Global Stats – OS Market Share
L’anomalia Italia-Europa e Usa. In primo luogo come si evince dalla grafica sopra il dato non è uniforme. In Italia Windows connette la metà percentuale dei dispositivi connessi. Per quale ragione? Prima guardiamo quello che sta accadendo all’industria mondiale dell’elettronica. Negli Stati Uniti Windows è ancora in testa con il 38 per cento contro il 28 di Android. In Europa il distacco è ancora maggiore. A spingere di più Android sono evidentementeAsia, India, Cina e Africa. Il resto del mondo, quello con i maggiori margini di crescita.
Source: StatCounter Global Stats – OS Market Share
Cosa sta succedendo ai Pc? Cambiamo fonte e prendiamo in prestito i numeri di Gartner. Il mercato Device (Pc, ultramobile premium, ultramobile) ha chiuso il 2016 ancora in flessione, per il secondo anno di fila (-3%). Parliamo di Pc tradizionali (desktop e laptop), ultramobile premium (i sistemi Win 10 con Intel x86, compreso MacBook Air), ultramobile (tablet e iPad). Per usare valori assoluti sono atterrati sulla Terra l’anno scorso 2,3 miliardi di device di questo tipo. L’anno prima erano 2,4 miliardi. Chi se la passa peggio di tutti sono i pc, da sempre appannaggio di Microsoft nella fascia computer – diverso e più articolato è il discorso sui server che non rientrano in queste statistiche e che seguono leggi diverse da quelle del mercato consumer). I numeri globalmente sono in calo. Ormai da diversi anni. Secondo Gartner nel 2017 e nel 2018 avremo una ripresina grazie alla migrazione a Windows 10 nel segmento enterprise e la realtà virtuale (VR) nel segmento consumer. Globalmente però è un dato di fatto l’uso intensivo dei device mobile tra le fasce giovanili, la crisi del tablet e il declino del desktop. Se ci fidiamo di StatCounter questa foto descrive quanto ci siamo detti. Ma non spiega l’anomalia italiana,
Per capire il dato italiano dobbiamo quindi ricordiamo un dato e un servizio di Info Data di qualche mese fa. Nel nostro Paese, ogni anno, si vendono 2,2 milioni di PC (tablet esclusi) per un fatturato complessivo di circa 1,3 miliardi di euro. Analizzando l’evoluzione del mercato ci si rende conto di due elementi sostanziali: in primo luogo che il perimetro dei fattori di forma è in continuo cambiamento, ridefinito da una serie di nuovi dispositivi – come i cosiddetti 2in1, oppure i notebook ultraslim e convertibili – che esaltano la potenza e la versatilità di Windows e dei servizi annessi in contesti di utilizzo in mobilità, e godono quindi di sempre maggiore attenzione e preferenza da parte dei consumatori. In secondo luogo, i dati di mercato mostrano una crescita dei volumi e dei fatturati che si protrae da circa due anni, con trimestri in cui il tasso di crescita è stato addirittura a due cifre. Non deve soprendere che siano proprio i fattori di forma innovativi e i prodotti delle fasce di prezzo premium (sopra i 500 euro) a trainare la crescita, a testimonianza del fatto che ci sia una creazione di valore che noi produttori di PC e software, ma soprattutto il trade, dobbiamo assecondare e stimolare ulteriormente. L’errore da non compiere è quello di distogliere interesse e focus da un mondo – quello dei PC – che sta dimostrando di poter intercettare i bisogni emergenti dei consumatori, offrire soluzioni innovative e creare valore di mercato ben più di molte altre categorie merceologiche”