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economia

Gli asili nido e l’occupazione femminile: la mappa italiana

Più posti ci sono negli asili nido in un determinato territorio, più alto è il tasso di occupazione tra le mamme. Certo, i numeri non consentono di affermare che tra le due circostanze esista un rapporto di causa-effetto. Ma la tendenza appare chiara.

Intanto, la fonte: nei giorni scorsi Istat ha reso noti i dati relativi ai posti autorizzati per ogni 100 bambini all’interno degli asili nido. Si tratta, è bene specificarlo sin da subito, di numeri che fanno riferimento al 2013. Utilizzando i valori a livello provinciale, Infodata ha costruito questa mappa:

 In un quadro in cui la tonalità diventa più scura quanti più sono i posti disponibili, si nota come l’Emilia-Romagna, la Toscana e l’Umbria siano le regioni in cui l’offerta è più alta. La provincia con il maggior numero di posti nido per 100 bambini è quella di Bologna, con 38,1. Seguono Milano con 34,1 e Biella con 33,2.

Il filtro posto in alto a destra sulla mappa consente anche di concentrarsi solo sull’offerta nei nidi pubblici, piuttosto che in quelli privati. Tra i primi la situazione cambia di poco, con Bologna ancora a guidare la classifica con 29,7 posti ogni 100 bimbi tra 0 e 2 anni. Mentre se ci si concentra su quelli privati si vede come questa formula sia particolarmente diffusa, o almeno lo è più che in altre parti d’Italia, in alcune zone della Sardegna e in Lombardia.

Fin qui la mappa. Ma cosa c’entra l’occupazione? Per effettuare un raffronto, Infodata ha preso in considerazione il tasso di occupazione femminile, sempre calcolato a livello provinciale, relativo al 2013. In particolare, si è scelto di concentrarsi sulla fascia di età tra i 25 ed i 34 anni. Ovvero quella in cui più verosimilmente le donne diventano mamme. Incrociando i due dati, il risultato è questo:

Come si può vedere dalla disposizione dei punti sul grafico, tendenzialmente più sono i posti disponibili negli asili nido, più è alta l’occupazione femminile tra i 25 ed i 34 anni. Ma anche, più donne tra i 25 ed i 34 anni lavorano, più posti ci sono negli asili nido. Sì, è bene precisare che da questi numeri non è possibile trarre un rapporto di causa effetto. Affermare, cioè, che servano gli asili nido perché le neomamme possano trovare, o tornare, al lavoro.

Può anche essere che l’offerta di asili nido sia più alta in quelle zone in cui è più alta l’occupazione femminile. E quindi c’è “mercato” anche per queste strutture. Difficilmente un comune costruirà un nuovo nido se non ha una lista d’attesa per l’assegnazione dei posti. Men che meno un privato aprirà una realtà di questo tipo se non ha la relativa certezza di trovare dei clienti.

Al netto del ragionamento su quale possa essere la causa e quale l’effetto, ammesso e non concesso che causalità debba per forza esserci, resta il fatto che a Bologna, dove l’offerta di posti nido è la più alta d’Italia,  il 76,84% delle donne tra i 25 ed i 34 anni nel 2013 aveva un lavoro. Mentre nello stesso periodo e per la stessa fascia d’età a Caserta, dove negli asili c’è spazio per poco più di un bambino su trenta, solo il 31,22% delle donne aveva un’occupazione. Ci sia o meno un rapporto di causa-effetto, se non c’è spazio nei nidi, una coppia ha di fronte tre opzioni: o ricorre ai nonni, o paga una tata oppure uno dei due resta a casa dal lavoro. E, come ha mostrato  Istat sono quasi sempre le donne a farlo.

Articolo uscito in aprile del 2017