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politica

L’Italia e le classi sociali: come siamo cambiati secondo Istat

Il titolo potrebbe essere anche: come siamo e come siamo cambiati secondo Istat. Le classi sociali si sono frammentate, spezzettate, non contano più e non si percepiscono più come tali. Come scrive l’Istituto di statistica: “In linea con la maggiore segmentazione (in termini di profili occupazionali, di reddito e adeguatezza del titolo di studio) all’interno delle stesse classi sociali ciò che sembra essersi profondamente modificato è il senso di appartenenza a una data classe sociale e ciò è particolarmente vero per la classe media e la classe operaia. Questo ha determinato la crisi della classe media, che invece di proiettarsi verso l’ascesa sociale si manifesta sia in termini di autopercezione, sia di redditi e consumi effettivi. Per mettere a fuoco meglio la fotografia che ogni anno scatta, quest’anno gli analisti di Istat hanno quindi scelto proporre una nuova classificazione per gruppi sociali che oltre alla posizione professionale tiene in considerazione alcune caratteristiche della società attuale: giovani ad alto titolo di studio occupati in posizioni precarie; stranieri di seconda generazione; stranieri con background formativo frequentemente non riconosciuto in Italia, ma che sono una parte della nuova piccola imprenditoria del nostro Paese; giovani che lavorano in agricoltura di qualità e nelle attività ad essa connesse; impiegati che si sentono sempre meno classe media, ma soprattutto il bacino di giovani disoccupati e atipici (occupati con contratti di collaborazione o a termine) che frena la crescita non solo demografica, ma anche sociale del Paese. Al netto della bontà di questa classificazione è interessante come questi gruppi sociali sono distribuiti. In parte non ci sono grandi sorprese

In questa infografica interattiva realizzata da Istat viene rappresentato il condominio dei gruppi sociali. Cliccando si ha la composizione e i dati statistici di sintesi. Per i dettagli cliccare qui.