Inside Airbnb è un progetto per informare e fornire tool online sull’impatto di Airbnb sulle comunità urbane. Si parla di impatto, anzi di “Airification” delle città perché il boom del sito per gli affitti a breve termine e low cost sta non solo influenzando il modello di business del turismo tradizionale ma in qualche modo sta cambiando la forma dei centri storici delle città più belle del mondo. Una ricerca condotta dal Laboratorio Ladest del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Siena, come ha riportato il Sole 24 Ore.com, ha esplorare le dinamiche spaziali ed economiche della sharing economy con particolare riferimento alla “disneyficazione” dei centri storici italiani. Il lavoro si basa sull’analisi di un ampio database contenente le inserzioni presenti sulla piattaforma Airbnb negli anni 2015 – 2016 ». Nel dettaglio, la ricerca esamina l’evoluzione del fenomeno in 13 città italiane: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Matera, Milano, Napoli, Roma, Siena, Torino, Venezia, Verona.
In questa cartina interattiva realizzata da Inside Airbnb si possono navigare numerose città. All’interno di queste i dati che vengono messi a disposizioni sono quelli relativi al tipo di annuncio (stanza, appartamento ecc). Si può apprezzare la crescita degli affitti brevi dal 2010 al 2017.
Cosa dice la ricerca. A Firenze quasi un quinto delle case dentro le mura medievali è in affitto sulla piattaforma di on demand economy, A Matera addirittura il 25%, a Roma l’8%, a Venezia il 9 e le percentuali crescono dappertutto. Secondo la ricerca poi i guadagni si concentrano sempre più nelle mani di pochi. A Milano ad esempio un unico soggetto ha accumulato più di 520 mila euro solo nel 2016 mentre il 75% degli host ha guadagnato meno di 5mila euro in un anno. A Roma il 48% dei proprietari è sotto 5.000 euro e un fortunato 0,6% sta sopra 100 mila euro mentre a Firenze, dove l’incasso medio per gli oltre 8 mila host di Airbnb l’anno scorso è stato di 5.300 euro, uno solo è arrivato a incassare la bellezza di 700 mila euro.
Il caso di Venezia. Ogni anno il capoluogo veneto ospita 20 milioni di visitatori all’anno. Le strutture del turismo (alberghi, hotel ecc) sono 55mila. Secondo i dati di Inside Airbnb, compilati il 9 maggio 2017, nel Comune di Venezia sono presenti più di 6.000 annunci, di cui l’80% è situato nell’isola storica. Sulla terraferma ci sono solo 1.015 annunci, una percentuale relativamente elevata di (47%) di stanze “private”. Sulle isole invece, 5.012 annunci, la stragrande maggioranza sono relativi a interi appartamenti. Si stima che circa 2.000 appartamenti (1.953) siano affittati frequentemente (oltre 90 notti all’anno) in media a € 131 per notte per 195 notti dell’anno. Come si legge nel sito, interi appartamenti su Airbnb affittati frequentemente sono probabilmente alberghi senza licenza in proprietà residenziali. Il caso Venezia è interessante perché dimostra come sia profondamente cambiata negli ultimi anni non tanto e non solo l’offerta di appartamenti (avere più camere a disposizione e a minor prezzo è un vantaggio per il turista) e quindi l’economia dell’industria alberghiera ma anche l’aspetto delle città e dei luoghi più turistici che diventano sempre più territorio di un nuovo tipo di turismo. Questi strumenti proprio per questo sono e saranno sempre più utili per osservare come sta cambiando il territorio. Per contribuire all’iniziativa cliccare qui