L’autunno è alle porte ed è giunto il tempo per quasi 8 milioni di bambini e ragazzi italiani di tornare sui banchi di scuola. In questi giorni (11 e 12 settembre) – per i più fortunati l’inizio è rimandato fino a venerdì 15 – gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte e della provincia di Trento si preparano a sentire di nuovo suonare la campanella.
E come di consueto in questo periodo si è riaccesa la discussione tra chi è a favore dei compiti estivi e chi invece li considera un’inutile perdita di tempo e di denaro per le famiglie e i ragazzi. Un tema che rientra all’interno di un dibattito più ampio che riguarda i diversi approcci all’insegnamento – più o meno sperimentali – che gli insegnanti possono utilizzare per gestire le proprie classi.
Recentemente il Pew Research Center ha pubblicato i risultati di una ricerca legata al mondo dell’istruzione e in particolare alla percezione che le persone hanno relativamente a diversi metodi di insegnamento. Il focus dell’indagine si concentra su due alternative: da un lato un approccio che enfatizza il pensiero creativo degli studenti, dall’altro modalità più classiche che pongono l’attenzione sulla disciplina.
Nei 19 Paesi che hanno preso parte alla ricerca – divisi in 14 “avanzati” e 5 “in via di sviluppo” o “emergenti” – non c’è accordo rispetto a quale sia il metodo migliore. Le preferenze per l’uno o l’altro approccio variano molto da Paese a Paese. Tuttavia è possibile mettere in evidenza alcuni aspetti interessanti.
Innanzitutto, la percentuale di persone che si sono dette favorevoli a un metodo che predilige la creatività e il pensiero indipendente è nettamente superiore nei Paesi con economie avanzate rispetto a quelli in via di sviluppo: la metà o più della metà in 6 dei 14 Stati “advanced”. Tra questi, uno sguardo particolare va all’Italia, dove c’è un sostanziale pareggio tra le due posizioni. Al contrario, la Spagna è il Paese con la maggiore polarizzazione a favore del metodo creativo: 67% contro 24% (se non si prendono in considerazione le risposte “Entrambi” e “Nessuno dei due”).
Un secondo aspetto emergente è un tendenziale allineamento – nei Paesi con economie avanzate – tra la risposta e lo schieramento ideologico degli intervistati. In generale si evidenzia che chi si dichiara fedele a partiti di destra preferisce un metodo di insegnamento più rigoroso e tradizionale; viceversa per la coalizione di sinistra. La corrispondenza – che è valida in Nord America, Europa occidentale e Australia – risulta essere particolarmente accentuata negli Stati Uniti dove il 67% dei liberali appoggia il modello che enfatizza il pensiero indipendente.
Infine, la ricerca mette in luce anche un collegamento tra preferenze ed età dei rispondenti. I più giovani sembrano infatti prediligere, nella maggior parte dei Paesi considerati, l’approccio basato sulla creatività. La differenza maggiore è in Francia, dove il 53% degli intervistati che ha tra i 18 e i 34 anni ritiene che lo sviluppo dell’autonomia di pensiero sia più importante rispetto alle tradizionali skill accademiche, mentre il 29% degli over50 appoggia il metodo classico.