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economia

L’autoimpiego cresce dove la disoccupazione è alta. E i salari bassi

Nel 2016 più di 30 milioni di persone tra i 15 ed i 64 anni in Europa erano datori di lavoro di sé stesse. L’autoimpiego, secondo Eurostat, riguarda il 14% dei protagonisti del mercato. Una formula, però, che è più diffusa nei Paesi a più alto tasso di disoccupazione. E nei quali i salari sono tra i più bassi.

 

La quota più alta di persone autoimpiegate si trova in Italia: si tratta di 4,7 milioni di persone, pari al 21,5% dell’intera forza lavoro. Anche se l’incidenza più alta la si registra in Grecia, dove si arriva fino al 29,5%. All’altro estremo si trova la Danimarca, dove appena il 7,7% della popolazione attiva è datore di lavoro di sé stessa.

 

Per provare a interpretare meglio questi numeri, InfoData ha provato ad incrociarli con altri due indicatori, sempre riferiti al 2016. Il primo è il tasso di disoccupazione, fornito dalla Banca Mondiale. Il secondo, invece, arriva dall’Ocse e riguarda gli stipendi medi nei Paesi presi in considerazione. Mettendo in relazione chi lavora grazie all’autoimpiego e chi invece un’occupazione non ce l’ha, il risultato è questo:

 

 

Come si può vedere, le realtà con il maggior tasso di disoccupazione sono rappresentate dai cosiddetti Paesi Pigs. Ovvero Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Roma e Atene sono anche le nazioni in cui è maggiore il ricorso all’autoimpiego. Mentre la Spagna è al quinto posto in Europa dietro Polonia e Repubblica Ceca. Casi particolari a parte, si nota la correlazione positiva tra un alto tasso di disoccupazione e l’essere datori di lavoro di sé stessi.

 

Questo non significa, ovviamente, che la mancanza di occupazione spinga le persone a mettersi in proprio. Piuttosto che c’è una maggiore tendenza a farlo dove ci sono minori occasioni di trovare un posto di lavoro. Il che non rende né i greci, né gli italiani un popolo di imprenditori. Lo si capisce guardando al secondo grafico, quello che mette in relazione autoimpiego e stipendi medi (espressi in dollari):

 

In questo caso la correlazione è negativa: più è alta la percentuale di lavoratori che fanno ricorso all’autoimpiego, più sono bassi i salari. Non a caso Grecia e Italia si trovano nella parte sinistra del grafico. Con uno stipendio medio di 25mila dollari ad Atene e di 35mila a Roma. A Berlino, dove si guadagnano in media 46mila dollari l’anno, i datori di lavoro di sé stessi sono meno del 10% della popolazione attiva.

 

Anche in questo caso, nessuna causalità. Ma guardando i due grafici, viene il sospetto che più che la voglia di imprenditorialità a spingere le persone a mettersi in proprio sia la disoccupazione. E che siano davvero pochi quelli che in questo modo riescono ad arricchirsi.