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politica

Cina: Xi Jinping lancia le nuove le riforme. I numeri del gigante rosso


Per il compagno Xi Jinping come core leader, a partire da oggi, giornata inaugurale dl 19esimo Congresso del Partito Comunista, il momento della verità si avvicina. Il suo, al netto dei pur gravosi impegni internazionali, è un compito immane sul versante interno: garantire la coesione sociale del più grande Paese in via di sviluppo – così la Cina ama definirsi, con una punta di autocompiacimento – rafforzando, nel frattempo, le fondamenta del suo potere politico, presupposto necessario a garantire una crescita moderatamente prospera in linea con quel socialismo dalle caratteristiche cinesi tanto caro ai leader cinesi, Xi Jinping incluso.
Non basta, dunque, per lui, essere presidente e segretario generale del Partito Comunista e, nemmeno, Comandante in campo delle Forze armate, il cumulo di cariche potrebbe non essere utile a centrare lo scopo se, a chiusura dell’assise, il nuovo Comitato centrale e il nuovo Standing Committee, non dovessero essere in linea con il suo disegno politico.
Ma è la legge del potere e, in Cina, in questo momento storico, la coesione politica e, quindi, sociale, è l’asset più importante.
Toccherà allo stesso Xi Jinping, a partire da oggi, presentare il report politico che fissa le principali priorità della Cina per i prossimi cinque anni. Xi è realista, sa che l’opinione pubblica si rende conto che la crescita cinese sta rallentando e che una parte ancora consistente del Paese è rimasta indietro, da qui l’enfasi sulle azioni a sostegno dei più poveri.
Pugno di ferro, invece, sui corrotti, anche nel partito, una controffensiva che non si fermerà, come non si è fermata nemmeno alle soglie del Congresso con la caduta di generali potentissimi e di un ministro della Giustizia di lungo corso.

Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 18 ottobre 2017