Secondo una recente sentenza della Cassazione, rubare per fame non è reato. Così la Suprema corte si era espressa nel 2016 sul caso di un indigente che aveva sottratto wurstel e formaggio per un valore di 4 euro da un supermercato di Genova. Ma se si guarda ai dati sui furti, delle due l’una: o davvero si è smesso di denunciare chi sottrae del cibo per placare i morsi della fame, oppure sono motivazioni diverse quelle che spingono verso la più elementare forma di violazione della proprietà privata.
Infodata ha incrociato i dati relativi ai furti denunciati negli ultimi tre anni, forniti dal dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, con il tasso di disoccupazione (questa volta la fonte è Istat) nello stesso periodo. In entrambi i casi i numeri sono forniti a livello provinciale. E, per permettere un confronto tra province con popolazioni diverse, si è scelto di visualizzare il numero di furti segnalati all’autorità ogni 100mila abitanti. Il risultato è questo:
Come spiega la legenda, i “pallini” diventano più chiari a mano a mano che ci si sposta indietro nel tempo. Mentre i due filtri permettono di visualizzare la situazione relativa ad una sola annata oppure ad una singola regione. Ancora, più un punto si trova in alto nel grafico, più è alto il numero di furti denunciati ogni 100mila abitanti. Più è a destra, maggiore è il tasso di disoccupazione.
Come si può vedere dal grafico, nelle zone in cui ci sono meno opportunità di lavoro è più basso anche il numero di denunce per furto registrate dalle forze dell’ordine. Che sono invece più alte dove cresce l’occupazione. Detto in altre parole: chi ruba lo fa nelle zone più ricche del Paese. E quindi pare spinto da motivazioni diverse dalla necessità di mettere insieme il pranzo con la cena.
Per visualizzare meglio questa tendenza, il consiglio è quello di utilizzare il filtro ‘Regione’ e concentrarsi sulla Lombardia, una delle regioni più ricche d’Italia. Come si può vedere, tutte le province hanno un tasso di disoccupazione compreso tra il 5 ed il 10%. E buona parte di loro ha un numero di denunce che oscilla tra le 1.500 e le 3mila. Ci sono però due territori che ricadono al di fuori dell’area occupata da tutte le altre province lombarde. Si tratta di Milano e Sondrio.
Il capoluogo presenta un numero di denunce superiore alla media, con più di 4.500 furti ogni 100mila abitanti segnalati nel 2016. Mentre la Valtellina è più tranquilla, con appena 1.264 notizie di reato ogni 100mila residenti. Se si guarda al reddito medio Irpef, che è fornito dal Mef e fa riferimento al 2015 ma è il dato più aggiornato, si vede anche come i milanesi denuncino quasi 23mila euro pro capite in media, mentre in provincia di Sondrio non si superano i 17mila. Una volta ancora, si ruba di più nei territori più ricchi. A meno che, ovviamente, consapevole della sentenza della Cassazione, chi vende alimentari abbia smesso di denunciare chi ruba dei prodotti dagli scaffali del suo negozio.