Stando ai dati forniti dal Dipartimento degli Affari Socio-Economici delle Nazioni Unite, calcolando i valori dei due anni di riferimento (1957 e 2017) come media ponderata del quinquennio 1955-1960 e della previsione per il 2015-2020, è evidente che nei diversi paesi si sono registrate tendenze assolutamente eterogenee.
Per l’analisi, sono state prese in considerazione le città che nel 2014 registravano un numero di abitanti superiore alle 300 mila unità e, nel grafico che segue, oltre alla visione globale, è possibile avere un focus mirato sulle città di ogni nazione cliccando sul valore della paese di riferimento.
var divElement = document.getElementById(‘viz1508796911880’); var vizElement = divElement.getElementsByTagName(‘object’)[0]; if ( divElement.offsetWidth > 800 ) { vizElement.style.width=’720px’;vizElement.style.height=’820px’;} else if ( divElement.offsetWidth > 500 ) { vizElement.style.width=’720px’;vizElement.style.height=’820px’;} else { vizElement.style.width=’100%’;vizElement.style.height=(divElement.offsetWidth*1.77)+’px’;} var scriptElement = document.createElement(‘script’); scriptElement.src = ‘https://public.tableau.com/javascripts/api/viz_v1.js’; vizElement.parentNode.insertBefore(scriptElement, vizElement);
Calcolando un valore complessivo per ogni stato basato sul contributo delle singole città, la classifica europea è guidata per distacco dalla Finlandia che, fra Helsinki e Tampere, fa registrare un incremento della popolazione pari al 183%. Tra gli inseguitori, e con percentuale globale di crescita sempre superiore al 100%, il secondo posto della Spagna (137%) fa storia a sé.
A differenza di Lituania (116%), Romania (107%) e Bulgaria (103%) che, al più, sono rappresentate da 3 città, nella penisola iberica sono ben 13 i centri urbani con almeno 300 mila abitanti; sintomo abbastanza evidente di un trend più che affermato su tutto il territorio a partire da Alicante (208%, da 115 a 354mila abitanti), passando per Madrid e Palma appaiate con il 191%, con la sola Bilbao in vera controtendenza, “ferma” solo al 29% di crescita.
Sembra invece che per le longitudini più centrali dell’Europa i valori siano decisamente più contenuti. Nazioni notoriamente associate al concetto di centri cosmopoliti come le proprie capitali, fanno registrare un aumento quasi irrisorio del numero di abitanti se relazionato ai 60 anni di lasso temporale.
Troviamo infatti Regno Unito (13% complessivo) e Germania (10%) nelle ultime posizioni della graduatoria con le rispettive capitali che si posizionano tra i centri meno soggetti all’urbanizzazione (Londra 28% e Berlino solo 9%).
Oltremanica solo Newport (168%) presenta segnali inequivocabili di incremento della popolazione, mentre tra le cittadine tedesche, solo Monaco sfiora la soglia del 50%, quando invece il terzetto composto da Wuppertal, Bochum, Essen si distingue per un trio di valori tutti inferiore al -10%, in linea con la tendenza negativa della regione Renania Settentrionale.
In Italia, posizionata nella seconda metà centrale della classifica europea (45% complessivo), risultati altalenanti con Genova (-18%) e Latina (160%) agli antipodi della graduatoria nazionale.
Tra le città principali, Milano (40%) e Torino (44%) sono in linea con la tendenza del paese, mentre Roma (65%) risulta un caso isolato di aumento superiore al 50%, tipico invece dei centri con un numero di abi