Sono tra le ultime arrivate nel mondo delle startup tecnologiche, eppure stanno acquisendo quote di mercato sempre maggiori e catalizzando su di sé l’attenzione degli investitori. Secondo i dati dell’ultimo report realizzato da Cb Insight, le startup dedicate a servizi e tecnologie per bambini, neonati e genitori hanno avuto infatti, dal punto di vista dei deal, un aumento costante. Tra il 2013 e il 2016 le operazioni sono cresciute del 48% e l’anno scorso si è chiuso con 176 deal. Un trend che sembra destinato a continuare anche nel 2017 che, secondo le ultime proiezioni che risalgono al mese di agosto, è in corsa per superare la quota 185 deal. Se invece si guarda al settore dal punto di vista dei finanziamenti raccolti, si scopre che quest’anno potrebbe chiudersi con una raccolta dimezzata (circa 550 milioni di dollari) rispetto al 2016 che aveva superato il miliardo di dollari grazie a deal particolarmente ricchi. Tra questi c’è, ad esempio, il finanziamento da 448 milioni di dollari alla cinese Babytree, la più grande e popolare piattaforma di condivisione per genitori. Ma cinesi sono anche l’e-commerce per mamme e bambini BeiBei (100 milioni di dollari nel 2016) e Vipkid. Una piattaforma di e-learning che consente ai bambini cinesi dai 4 ai 12 anni di imparare le lingue e che, assieme a Mia.com (e-commerce di saldi per mamme e bambini), detiene il record di società più finanziata con rispettivamente 325 e 232 milioni di dollari. Se infatti gli Stati Uniti continuano a essere il Paese con il più alto numero (51%) di startup nel settore kid e kid tech, altre nazioni stanno aumentando il proprio peso, soprattutto sul fronte dei finanziamenti. La Cina, per esempio, che attualmente vale il 9% del mercato globale, è il Paese in cui si concentrano il 90% dei deal che superano i 100 milioni di dollari. E buoni risultati stanno ottenendo anche l’India (7% delle startup globali), il Regno Unito (7%) e la Germania (2%). In Europa, per esempio, le startup che hanno raccolto il maggior numero di finanziamenti negli ultimi 24 mesi, sono state la spagnola Lingokids – che ha ottenuto 4 milioni di dollari da diversi investitori – e le inglesi Wonderbly e Mind Candy. La prima è una società che produce libri personalizzati e ha sottoscritto nel 2017 un round serie B da 8,5 milioni di dollari. Mentre la seconda è una startup di entertainmet che ha raccolto 1,5 miliardi di dollari in due round ad aprile scorso. Più in generale, a far scommettere gli investitori – come dimostrano gli esempi citati finora – sono soprattutto le imprese che si occupano di educazione scientifica (coding e Stem) e linguistica per l’infanzia, e quelle che hanno dato vita a e-commerce per mamme e bambini. Un altro settore in rapida crescita è poi quello chiamato “childcare”, in cui rientrano imprese come Zum: una startup californiana che è stata ribattezzata l’Uber per bambini e che ad agosto scorso ha chiuso un round A da 5,5 milioni di dollari con Sequoia Capital. Stessi settori ma investimenti economici ben diversi caratterizzano, invece, il mercato italiano della startup dedicate a bambini e genitori del quale però non esistono dati aggregati. Guardando ai singoli casi, nel nostro Paese l’impresa che ha raccolto il maggior numero di finanziamenti è Mukako, arrivata a quota 2 milioni di euro dopo aver chiuso a giugno un round A da 1,35 milioni. La startup creata da Martina Cusano ed Elisa Tattoni, ha così potuto ampliare il proprio e-commerce (inizialmente dedicato alla vendita di pannolini in abbonamento) includendo anche giochi e articoli per la puericoltura che oggi punta a vendere anche all’estero. Altra startup dedicata a bambini e mamme e pensata da mamme è Le Cicogne: un servizio per trovare la baby sitter che dal 2013 a oggi ha ricevuto 570 mila euro di finanziamenti. Sopra la media italiana è anche la raccolta di Armadio Verde, marketplace per la vendita di vestiti usati per bambini che dal 2014 a oggi ha ottenuto 1,5 milioni di euro di investimenti. Risale invece agli ultimi giorni la campagna di equity crownfunding dell’e-commerce Family Nation, che in soli 6 giorni ha raggiunto quota 562mila euro.