Hanno un giro d’affari complessivo che nel 2016 ha raggiunto i 558 miliardi di euro, ricavi cresciuti del 20,8% in un anno e più che raddoppiati (+125,2%) dal 2012. Sono le 21 web e software companies censite da R&S-Mediobanca: 14 hanno sede negli Usa, cinque in Cina, una in Giappone e una in Germania. Dieci svolgono prevalentemente attività retailing via Internet, sette si occupano di software e quattro sono attive nei servizi web. Sono realtà che non si possono più ignorare. Non tanto perchè sulle 390 multinazionali mondiali nel data-base di R&S rappresentano il 4% del fatturato e dell’occupazione totale, ma ben l’11% degli utili. Bensì soprattutto per il rilievo finanziario che hanno, considerato che le sole 21 società hanno un peso pari al 29% della capitalizzazione di Borsa complessiva delle 390 multinazionali. È vero che sono realtà più dinamiche e con minore intensità di lavoro. Per esempio Amazon, per fare un confronto omogeneo, ogni dieci milioni di ricavi impiega 26 persone contro le 50 delle multinazionali tradizionali attive nella grande distribuzione. Ma non basta. Un aspetto che è stato approfondito nel dettaglio nell’ultimo aggiornamento dell’indagine è quello fiscale: le società del comparto analizzato sono in grado meglio delle altre di ottimizzare la fiscalità all’estero.
