I vini della Doc Sicilia vicini all’obiettivo dei 30 milioni di bottiglie e una crescita di oltre il 10%. Un crescendo rispetto agli 1,7 milioni del 2012, anno della prima vendemmia Doc Sicilia.
«Siamo tornati sulla cresta dell’onda – sostiene Antonio Rallo, produttore e presidente del Consorzio Doc Sicilia -. È un successo che conferma la nostra determinazione ad andare avanti. L’anno prossimo, con l’inserimento del Grillo e del Nero d’Avola, avremo una crescita ancora più sostenuta, ma l’aspetto più positivo è che crescono anche le 7 Doc territoriali e il vino Igt».
L’ultima modifica del disciplinare del consorzio Igt Terre siciliane prevede che dall’anno prossimo l’inserimento in etichetta di Nero d’Avola e Grillo sarà permesso solo per la Doc Sicilia. Una decisione che serve a blindare i vitigni più importanti dell’isola costringendo, a chi volesse indicarlo in etichetta, a rispettare i paletti della Doc Sicilia. Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Doc Sicilia, valuta in 180 milioni le bottiglie di vino Igt Terre siciliane prodotte l’anno scorso.
Dal 2014 le singole 7 Doc territoriali ((Docg Cerasuolo di Vittoria, Doc Contea di Sclafani, Doc Contessa Entellina, Doc Eloro, Doc Menfi, Doc Noto, Doc Vittoria) che hanno il nome Sicilia in etichetta sono cresciute, in un biennio, tra il 6 e il 2.500%. «L’aspetto più positivo – aggiunge Rallo – è la crescita diffusa. Insomma la Doc Sicilia ha fatto da traino per le altre Doc siciliane, smentendo i timori o le previsioni nefaste di chi temeva che le Denominazioni di origine territoriali venissero fagocitate da quella più grandi. Del resto la strada della qualità è l’unica possibile: si pensi che il vigneto in Sicilia è sceso, in pochi anni, da 137mila ettari a 98mila».