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economia

Quanto aumenta la speranza di vita se si investe di più in sanità?

Tutti i paesi dell’OCSE hanno visto l’aspettativa di vita alla nascita crescere di oltre 10 anni dal 1970 a una media di 80,6 anni.  sottolinearlo è l’Ocse, l’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica nel rapporto Panorama della Salute 2017 (“Health at a Glance”) pubblicato questa mattina  Per fare una classifica si vive di più in Giappone (83,9 anni), Spagna e Svizzera (83 anni ciascuno). In fondo c’è Lettonia (74,6) e Messico (75).

Le simulazioni. Ocse ha anche calcolato che  se i tassi di fumo e il consumo di alcol venissero dimezzati, le aspettative di vita aumenterebbero di 13 mesi. E che un aumento del 10% della spesa sanitaria pro capite in termini reali, in media, aumenterebbe la speranza di vita di 3,5 mesi. In realtà come precisa lo studio, la relazione tra spesa sanitaria e speranza di vita è legata a molteplici fattori.

Come si vede dall’infodata che abbiamo realizzato con i dati Ocse negli Stati Uniti, ad esempio, la spesa sanitaria è aumentata molto più di quella di altri paesi dal 1995, ma i guadagni di vita sono stati più bassi.

 

La spesa sanitaria pro capite è cresciuta a circa l’1,4% ogni anno dal 2009, contro il 3,6% nei sei anni fino al 2009. La spesa media pro capite ha raggiunto circa 4 000 dollari all’anno. La spesa è più elevata negli Stati Uniti, pari a 9 892 dollari a persona e pari al 17,2% del Pil. Percentuali superiori all’11 per cento  del Pil anche in Svizzera, Germania, Svezia e Francia.

 

E in Italia? L’Italia è al “quarto posto” dei Paesi Ocse per aspettativa di vita, con 82,6 anni nel 2015. Per l’Ocse, questo solleva diverse sfide legate all’invecchiamento. Il paese spende 3.400 dollari l’anno pro capite per la salute, meno della media Ocse che è di 4.000 dollari e nel suo insieme la spesa sanitaria nella Penisola è pari all’8,9% del Pil, in linea con il 9% Ocse. Infine, il sistema sanitario in Italia offre una «copertura universale» e i costi sono generalmente «bassi» rispetto ad altri Paesi Ocse. Qui l’articolo online

 

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