Nelle banche svizzere movimentavano migliaia di euro, ma in Italia non pagavano il ticket sanitario o dichiaravano il falso per ottenere prestazioni sociali agevolate, come il servizio mensa. È la storia di una maxi evasione che si protrae da anni, ma che ora il Nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi comunitarie della Guardia di finanza sta cercando di arginare attraverso accertamenti sempre più stringenti.
Le false autocertificazioni
Nel mirino sono finiti i “furbetti” dell’esenzione: attraverso false autocertificazioni dichiarano redditi esigui o inesistenti, così da beneficiare dell’esonero del ticket per prestazioni farmaceutiche, medico specialistiche e assistenziali. E mentre si discute se inserire in Manovra l’abolizione del superticket, è stata scovata questa illecita «consuetudine» a danno non solo delle casse dello Stato, ma anche di tutta la collettività, le cui tasse hanno anche lo scopo di garantire ai reali indigenti servizi sanitari e assistenziali. Un meccanismo diffuso, ritiene la Finanza, che favorisce una maxi frode (tra spesa previdenziale, spesa sanitaria e prestazioni sociali agevolate) stimata in complessivi 163 ,6 milioni di euro (dato del 2016) e che, nella maggior parte dei casi individuati, ricade nelle previsioni dell’articolo 316 ter del codice penale: «Chiunque mediante l’utilizzo di dichiarazioni false (…) consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi» concessi «dallo Stato (…) è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni» oltre al pagamento della sanzione. Stando alle rielaborazioni, nel 2016 sono stati denunciate 17mila 354 persone e sono stati compiuti sequestri di beni mobili e immobili per circa 23,5 milioni di euro.