Avanzano timidamente le imprese che scommettono sull’equity crowdfunding: si tratta di startup e pmi innovative che provano a misurare l’interesse di potenziali investitori. Tentando di fatto la scalata verso mercati internazionali.
Una partenza in sordina quattro anni fa che oggi lascia però intravedere i primi numeri con segno positivo: a scattare la fotografia è l’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, che registra quasi 18 milioni di euro di capitale di rischio raccolto dall’avvio della legge (a metà anno la cifra era a 12,4 milioni di euro): i dati aggiornati segnalano 21 portali autorizzati per 143 offerte pubblicate, con un tasso di successo del 60,9% e un target medio di raccolta a poco più di 237mila euro. A puntare sull’equity nella “colletta online” sono ancora prevalentemente le startup con 122 offerte promosse, ma si iniziano ad affacciare anche le prime dodici Pmi innovative.
«Cresce l’equity crowdfunding , ma quando si parte da zero è più facile. Comunque in questo 2017 l’industria è decollata e il volume di raccolta è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Un’accelerazione destinata a mantenersi nel tempo», afferma Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano.
Gli analisti milanesi hanno elaborato l’Italian Equity Crowdfunding Index, un indice sintetico dell’apprezzamento teorico del valore dei titoli sottoscritti dalla “folla” di Internet, oggi in anteprima sul Sole24Ore e che verrà presentato mercoledì. L’indice è a 103,04 con un +3,04% e si basa sulle 73 campagne chiuse con successo. «Sono già diverse le imprese che hanno condotto un secondo o terzo round di finanziamento dopo aver raccolto attraverso l’equity crowdfunding. E il mercato spera di poter assistere presto alla prima exit» commenta Giudici.
Tra le piattaforme a dominare l’ecosistema si distinguono MamaCrowd con quasi 5 milioni di euro di raccolta di capitale, seguita da StarsUp con 2,9 milioni e CrowdFundMe con 2,67 milioni. «Si è partiti con una legge con diverse restrizioni, ma poi le cose sono state modificate e migliorate anche sulla base dell’esperienza. Oggi ad incidere maggiormente sono le detrazioni fiscali aumentate del 30% e le facilitazioni del regolamento Consob», conclude Giudici.
Scommesse imprenditoriali da condividere: in fondo è questo il senso del crowdfunding come acceleratore per scalare mercati e fatturato. «Con questa operazione siamo andati a coinvolgere i nostri partner e abbiamo misurato il livello di apprezzamento. Ed è stata una soddisfazione riscontrare tanti investitori del nord-Italia che hanno deciso di puntare sulla nostra “Murgia Valley”», afferma Roberto Calculli, ceo di The Digital Box, realtà ICT e di intelligenza artificiale che ha chiuso un round da 900mila euro grazie a 179 investitori. La società è nata quattro anni fa a Gravina di Puglia e oggi è presente a Barcellona e presto a Palo Alto, con un fatturato di 3 milioni di euro con un previsionale per il 2017 a 6 milioni. Il team è composto da 70 eccellenze, per il 60% con competenze tecniche.
Non è il solo caso di successo. Sulle raccolte record italiane si distinguono Synbiotec, Green Energy Storage e Graphene XP. E intanto l’equity guarda sempre più ai comparti legati al tessuto imprenditoriale, come la meccanica o l’artigianato. E ai nastri di partenza c’è anche il real estate, per alcuni analisti destinato a segnare il mercato.
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