Batteri sempre più resistenti agli antibiotici: di qualche giorno fa l’allarme lanciato dal commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis, commentando i dati diffusi dallo European center for disease control. E una delle cause di questo fenomeno è da imputarsi agli esseri umani. O meglio, all’uso eccessivo che fanno degli antibiotici. Un utilizzo che sta sostanzialmente “allenando” i batteri, che diventano così sempre più capaci di resistere alla loro azione. Con ovvie conseguenze in termini di salute pubblica.
Già, ma quanti antibiotici vengono consumati al giorno? Sempre secondo l’Ecdc, nel 2016 il consumo quotidiano di questo prodotto a livello europeo era pari a 21,9 DDD. Sigla che sta per Defined Daily Dose. In italiano dose definita giornaliera. Si tratta dell’unità di misura delle prescrizioni farmaceutiche. Sempre secondo l’Ecdc, negli ultimi cinque anni la media europea ha oscillato tra i 21,7 e i 22,4. A livello di singolo Stato, in questa mappa è visualizzata la situazione relativa allo scorso anno.
Più una nazione si colora di scuro, maggiore è il numero di DDD giornaliere consumate ogni mille residenti. Il colpo d’occhio dice che è nel sud Europa che si registrano i consumi maggiori di antibiotici. Il record è andato alla Grecia, con 36,3 DDD ogni mille persone. L’Italia è al sesto posto, con 26,9 dosi definite giornaliere.
La seconda parte dell’infografica mostra invece l’evoluzione dei consumi negli ultimi cinque anni nei singoli Stati europei monitorati dall’Ecdc. Per selezionarli, basta cliccare sulla bandiera posta su lato sinistro. A livello italiano, dopo un incremento tra il 2012 ed il 2013, il consumo è in costante, seppure leggero, calo. In generale la situazione a livello nazionale è variegata. E spesso altalenante.
Da segnalare però ad esempio il caso della Spagna, passata dalle 19,7 DDD del 2012 alle 23 dello scorso anno. Mentre, nello stesso periodo, la Finlandia è scesa da 19,5 dosi definite giornaliere ogni mille abitanti a 16,5. Il Paese nel quale il consumo di antibiotici è più basso è invece l’Olanda. Qui nel 2012 venivano utilizzate 11,3 DDD, già allora il dato più basso d’Europa, mentre lo scorso anno si è scesi a 10,4. Meno di un terzo di quelle utilizzate in Grecia.