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cronaca

Wto ostaggio degli Usa: il commercio non traina più

L’undicesima Conferenza ministeriale della Wto che si sta per aprire a Buenos Aires non sarà come le altre. Non tanto perché è la prima in un Paese sudamericano, tardivo riconoscimento del peso economico del continente.
E nemmeno per i risultati che produrrà: nessuno si aspetta granché. Tutto questo finirà sullo sfondo, cornice del vero show: il faccia faccia tra l’Amministrazione americana più isolazionista del dopoguerra e i sacerdoti del multilateralismo, in una fase di aperto riflusso della globalizzazione e di ritorno in voga dei nazionalismi.
«Disastro»
Gli attacchi della Casa Bianca alla World Trade Organization hanno dato seguito alla sprezzante retorica del candidato Donald Trump, che in campagna elettorale minacciava di portare gli Stati Uniti fuori da un’organizzazione «inutile», «disastrosa», «dannosa». Cannonate sparate per lo più da Twitter. Alle quali, però, si è accompagnato un attacco insidioso e sotto traccia, che già mette in crisi la ragion d’essere della Wto, vale a dire il meccanismo di risoluzione delle dispute commerciali, colpito al cuore con il boicottaggio della nomina di nuovi giudici nella “corte d’appello” (Appellate Body), ormai quasi alla paralisi: dei sette giudici che la compongono, dall’11 dicembre ne rimarranno in carica quattro e da settembre solo tre, il minimo necessario a comporre un panel giudicante.