Con l’ultima apertura arrivata alla Camera sulla manovra, il turnover pieno si allarga a 3.146 Comuni fino a 5mila abitanti. In pratica, le assunzioni piene riguarderanno il 56,3% dei Comuni fino a 5mila abitanti, scardinando i vincoli rigidi al turnover che sono ovviamente più difficili da gestire quando le amministrazioni sono piccole, e gli organici ridotti non offrono uscite in grado di liberare spazi per i nuovi ingressi. La mossa, insieme allo sblocco delle assunzioni negli enti di area vasta, rappresenta l’ultimo colpo alla griglia che finora ha bloccato il rinnovo del personale.
Le nuove regole, nel tentativo di conciliare l’esigenza di nuovi ingressi con quella di equilibrio dei conti, si concentrano sulle amministrazioni in cui il peso degli stipendi è più basso. Il correttivo, firmato da Mauro Guerra, Antonio Misiani e Cinzia Maria Fontana (Pd), estende alla fascia compresa fra 3mila e 5mila abitanti (si tratta di 1.111 Comuni) il parametro già seguito dalla manovrina di primavera per gli enti fino a 3mila abitanti, e riserva la possibilità di turn over pieno agli enti in cui gli stipendi pesano fino al 24% sul totale delle uscite correnti. L’indicatore è apparentemente molto stringente, ma i numeri, elaborati da Ifel (la Fondazione per la finanza e l’economia locale dell’Anci) mostrano che la platea interessata è ampia.