Quanta energia consumano i Bitcoin? La criptovaluta più famosa e sopravvalutata del momento è sostenibile? Ce lo chiediamo solo ora non solo perché ha rotto la soglia dei 15mila euro, non solo perché è diventata la quinta moneta per valore al mondo (detta in altri termini attualmente il 71% della popolazione mondiale vive in nazioni la cui moneta ha un valore inferiore a Bitcoin) ma semplicemente perché oggi è a tutti gli effetti più che una moneta un asset di investimento su cui speculare. Il cui valore vero è dato dalla scarsità o meglio dal costo di produzione dei bitcoin. Come sappiamo infatti il mining (il processo di generazione di un bitcoin) consuma energia elettrica perché l’elaborazione dei computer consuma energia elettrica. Quanta? L’elettricità utilizzata in una singola transazione Bitcoin, ad esempio, potrebbe alimentare una casa per un mese .Secondo questo rapporto, basato su un indice di consumo che a sua volta è basato su questo assunto (5 centesimi spesi in una transazione consumano un KWh), gnerare Bitcoin richiede una quantità davvero incredibile di energia
Se la rete Bitcoin continuerà a espandersi ai ritmi attuali, nel 2020 potrebbe portare a un consumo di energia elettrica continuo che si situerebbe tra la produzione di una piccola centrale elettrica e il consumo totale di un paese come la Danimarca (33 TWh). Un precedente rapporto ha scoperto che l’estrazione di Bitcoin utilizza più elettricità di un paese delle dimensioni di Irlanda, Serbia o Bahrain. Il costo del bitcoin in termini energetici è arrivato a toccare 30 terawatt all’ora: più della quantità di energia elettrica utilizzata ogni anno da 153 delle 213 nazioni esistenti al mondo.