Facebook ha pubblicato il suo nuovo report sulla trasparenza relativo al primo semestre del 2017. Ogni sei mesi il social network fornisce i dati su tutte le richieste degli enti governativi a Facebook per ottenere informazioni. Il dato principale è che sono aumentate del 21% le richieste di informazioni sugli account da 64.279 a 78.890. Più della metà di tali richieste contiene un ordine di non divulgazione che proibisce al social network di notificare al titolare dell’account che la sua posizione è stata messa sotto analisi. Entrando più nello specifico Facebook ha dichiarato di aver rimosso quasi 3 milioni di post, inclusi video, annunci e altre forme di contenuto, dai suoi servizi durante la prima metà del 2017 a seguito di denunce di contraffazione e violazione del copyright e dei marchi.
Qui trovate la mappa con la possibilità di consultare tutta i dati forniti dal social network. L’intensità del colore della mappa è proporzionale al dato. Si possono scegliere le voci.
Per le controversie sulla proprietà intellettuale, Facebook offre strumenti di monitoraggio che avvisano i titolari dei diritti di copyright su copie sospette dei propri video e brani su Facebook e sull’uso del loro marchio. Gli aventi diritto possono inviare richieste di rimozione per usi non autorizzati a un team di analisti di contenuti di Facebook. Tuttavia, scrive Reuters, alcune imprese dell’intrattenimento e alcuni gruppi editoriali hanno da tempo espresso la propria frustrazione per i tempi del processo e la difficoltà da parte delle autorità di polizia di intervenire. In questo campo va ricordato che a differenza di Google, Facebook non fornisce dati sui periodi precedenti. I dati aggregati mostrano che Facebook ha ricevuto circa 377.400 reclami da gennaio a giugno, con molti riferimenti a più post. Circa il 60% delle segnalazioni relative a presunte violazioni del copyright su Facebook.
E in Italia? Nei primi sei mesi del 2017 le richieste di dati a Facebook da parte delle autorità italiane sono passate a 2.264 dalle 1.876 dei sei mesi precedenti. Più che raddoppiate le emergenze (da 40 a 112). Sostanzialmente invariato intorno al 61% il tasso di risposta