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cronaca

Le mappa del 2017: quanto valgono le piccole e medie imprese?

Muovono il 51% delle merci importate tra i Paesi dell’Unione europea ed il 45% di quelle esportate sempre all’interno dei confini comunitari. Sono le piccole e medie imprese, aziende con meno di 250 dipendenti. E a certificare il loro peso specifico sul mercato è Eurostat, che ha diffuso i dati nell’ambito della European SME week, settimana europea dedicata a queste realtà produttive. Utilizzando i quali Infodata ha costruito questa infografica:

 

 

 

Intanto, la mappa. Più scuro è il colore, maggiore è l’incidenza delle Pmi sull’import o sull’export intra UE del Paese considerato. I dati fanno riferimento al 2015. Il grafico a barre nella parte inferiore dell’infografica mostra il peso delle Pmi sul mercato, suddividendolo per la dimensione delle aziende: fino a 9 dipendenti, da 10 a 49, da 50 a 249. Il filtro indicatore, in entrambi i casi, permette di concentrarsi sull’import o sull’export.

 

Come si vede dalla mappa, è Cipro la nazione in cui le Pmi hanno pesato di più sulle esportazioni dirette ai Paesi UE. Le aziende cipriote con meno di 250 dipendenti hanno infatti garantito l’88,1% dell’export. Seguono la Lettonia, con l’81,2% e il Belgio con il 70,2%. E l’Italia? Le piccole e medie imprese italiane hanno prodotto il 54,4% delle merci vendute all’interno dell’Unione. Quota comunque consistente e superiore di dieci punti alla media continentale del 44,6%.

 

La parte del leone, come si vede nella seconda parte dell’infografica, l’hanno giocata le aziende che hanno tra 50 e 249 dipendenti. Responsabili del 30,9% dell’export diretto al resto d’Europa. E sono sempre queste realtà quelle il cui ruolo è stato più pesante nelle importazioni dai Paesi comunitari. Anche in questo caso, la quota di mercato è pari al 30%.

 

In generale, il valore dell’import intra Ue delle Pmi italiane è pari al 58,6% del totale. Quota anche in questo caso superiore alla media europea del 50,9%. In testa alla classifica questa volta ci sono le imprese lettoni (84,6%), seguite da quelle cipriote (81,5%) e da quelle estoni (78,6%).

 

Non si tratta, ovviamente, di una classifica di merito. Né di un indicatore della solidità dell’economia di un Paese. Le Pmi attive in Germania, tanto per essere chiari, pesano sul 26,1% dell’export intra Ue e per il 34,2% dell’import. La locomotiva tedesca, per quanto riguarda il mercato interno all’Unione, si alimenta soprattutto grazie alle grandi imprese. E un discorso simile vale anche per la Francia. Mentre nel resto d’Europa il ruolo delle piccole e medie aziende è decisamente più significativo.