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cronaca

Le mappe del 2017, le pagelle verdi delle città italiane

Il 24° rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, basato prevalentemente su dati del 2016, incorona la città di Mantova come regina dell’ambiente, seguita subito dopo dall’accoppiata Trento-Bolzano, di poco davanti a Parma. L’indagine si basa su 16 parametri divisi nelle macroaree Aria, Acqua, Rifiuti, Energie rinnovabili, Mobilità e Ambiente urbano. Il confronto avviene sulla base degli indicatori rimasti immutati, mentre è più difficile comparare i punteggi, influenzati non solo dai parametri nuovi, ma dalla introduzione di una serie di bonus: è questa la vera novità dell’edizione di quest’anno, in cui è stato assegnato un carico addizionale alle realtà che si sono messe in luce, anche grazie a politiche innovative, nel recupero e nella gestione delle acque, nella gestione dei rifiuti, nell’efficienza della gestione del trasporto pubblico e in quella che viene definita la mobilità nuova, legata all’alto tasso di spostamenti in bicicletta e alla riduzione degli spostamenti in auto. Nonostante le modifiche introdotte, nella top ten si incontrano comunque le stesse protagoniste di 12 mesi fa. O meglio, le prime otto ci sono ancora tutte, mentre Cuneo e Savona (che finirono nona e decima) hanno lasciato spazio a Pordenone (che si piazza quinta) e Treviso, che nell’ambito delle eccellenze marca il migliore progresso, salendo dal 23° al nono posto.

Ecco la classifica interattiva con i risultati dell’indagine, città per città.

I 16 indicatori di Ecosistema Urbano (per un totale di circa 30mila dati originali raccolti da Legambiente ed elaborati da Ambiente Italia) consentono di valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale delle amministrazioni comunali. Quest’anno è stato inserito per la prima volta un indicatore relativo alla presenza di alberi in area urbana: dato che tutti i comuni sopra i 15mila abitanti sarebbero tenuti a contabilizzare, come previsto dalla legge 10/2013. Molti, invece, (in tutto 40) non sono ancora in grado di rispondere. Ad ogni modo, la media è di 18 alberi ogni 100 abitanti. Solo sei città dichiarano una dotazione superiore a 30. La capolista è Brescia (59), seguita da Modena (48) e Arezzo (40).

Scegli l’indicatore e visualizza la relativa classifica 2016

 La nota metodologica (Ambiente Italia)
Per ciascuno dei 16 indicatori, ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. Gli indicatori sono normalizzati impiegando funzioni di utilità costruite sulla base di alcuni obiettivi di sostenibilità. Per ciascun indicatore è costruita un’apposita scala di riferimento che va da una soglia minima (che può essere più bassa o più alta del peggior valore registrato), al di sotto della quale non si ha diritto ad alcun punto, fino a un valore obiettivo (che può essere, invece, più alto o più basso del miglior valore registrato) che rappresenta la soglia da raggiungere per ottenere il punteggio massimo.L’obiettivo di sostenibilità è basato in alcuni casi su target nazionali o internazionali, in altri è frutto di scelte discrezionali basate su auspicabili obiettivi di miglioramento rispetto alla situazione attuale, in altre ancora sui migliori valori ottenuti (in genere il 95° o il 90° percentile, per eliminare valori anomali o estremi). Come per il valore obiettivo, anche la soglia minima è stabilita in base a indicazioni normative, confronti internazionali, dati storici italiani e peggiori valori registrati (in genere il 5° o il 10° percentile). Il punteggio finale viene assegnato definendo un peso per ciascun indicatore che varia tra 3 e 15 punti, per un totale di 100 punti. La mobilità rappresenta il 30% complessivo dell’indice, seguita da aria e rifiuti (20%), acqua (15%), ambiente urbano (10%) ed energia (5%). Gli indicatori di risposta (che misurano le politiche locali) pesano per oltre la metà del totale (59%), mentre gli indicatori di stato valgono il 20% e gli indicatori di pressione il 21 per cento.L’edizione di quest’anno prevede, inoltre, l’assegnazione di un punteggio addizionale per quelle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative, gestione efficiente delle risorse e risultati raggiunti in quattro diversi ambiti: recupero e gestione acque, gestione rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share. Il bonus assegnato è pari a un terzo del peso complessivo dell’indicatore che si riferisce all’area tematica identificata.

Ecco le classifiche dell’anno scorso, edizione 2016 dell’Ecosistema Urbano

Vai agli articoli pubblicati sul Sole 24 Ore del Lunedì 30 ottobre – di Giacomo Bagnasco