“Non è facile trattare con Lotito”. Sic stantibus rebus, visto che al presidente piacciono le citazioni latine, cerchiamo di capire quanto di questa affermazione possa riferirsi alla bravura e alla performance del suo direttore sportivo, Igli Tare. Discreto giocatore fino a qualche anno fa, Tare è diventato il plenipotenziario della Lazio in faccende di calciomercato.
E mostra, va detto subito, un ruolino di marcia niente male.
2015/2016
Per quanto concerne gli acquisti, Tare ha fiuto per il talento che possa essere valorizzato. È questa, per dire, la stagione di quel Milinkovic Savic che, a distanza di due anni, è uno dei pezzi pregiati del mercato internazionale.
La prima stagione segna, ed è l’unico saldo negativo dell’intero record, -10 milioni per quanto concerne le cessioni, con una minusvalenza relativa a Ledesma, ceduto a 0. Va detto che questo è forse più il frutto della testardaggine di Lotito, che per il centrocampista negli anni aveva rifiutato offerte anche sostanziose. D’altro canto, la frase da cui abbiamo cominciato deve attingere a qualche elemento di verità.
2016/2017
Un altro importante risultato è quello del 2016/2017, la stagione del grande ritorno di Ciro Immobile, sul quale non c’erano forse grandi aspettative e che, invece, è tornato a essere una miniera di goal e di euro per le casse della Lazio. Anche l’acquisto di Luis Alberto si è rivelato molto azzeccato: in generale, da due anni a questa parte Tare non sbaglia un colpo, nel senso che tutti i giocatori acquistati, in termini di valore economico, hanno visto aumentare le loro quotazioni. Il saldo complessivo è un ragguardevole +41 milioni.
Anche le cessioni registrano un +7, principalmente legato all’ottima plusvalenza realizzata con la vendita di Antonio Candreva all’Inter, in grado di controbilanciare alcune operazioni meno riuscite.
2017/2018
La sessione estiva scorsa ha visto una Lazio piuttosto statica sul mercato in entrata, con un saldo comunque positivo per qualche milione di euro, mentre il vero capolavoro Tare lo ha fatto con le uscite. L’invidiabile + 59 milioni è legato alla plusvalenza realizzata con Keita Balde, ai margini del progetto da anni e ceduto al Monaco per 30 milioni di euro (è tutta plusvalenza, mica salute!), e di Biglia, altro ottimo affare legato a un giocatore in chiusura di carriera e che non sta ripagando, per ora, il Milan dell’investimento.
Sintesi
In generale, i dati di Igli Tare sono davvero ottimi e mostrano una società in salute e un direttore sportivo bravissimo a condurre le trattative, sia in entrata che in uscita. Capace di scovare talenti, determinato a non svendere i suoi campioni.
E non dimentichiamoci che, pure di fronte agli scettici, la compagine biancoceleste sta facendo un ottimo campionato, pienamente in corsa per l’obiettivo Champions League e con il gioco più spumeggiante dell’intera serie A.
Poche chiacchiere, dunque: rem tene, verba sequentur (padroneggia gli argomenti, che le parole verranno poi).
I dati sono stati presi dal portale www.transfermarkt.it e fanno riferimento alla stagione sportiva in corso e alle due precedenti. L’attuale sessione di mercato invernale è esclusa dal calcolo.
Nel caso un giocatore sia stato acquistato durante una delle stagioni considerate e quindi rivenduto non è stato considerato l’attuale valore di mercato ma il prezzo di vendita del cartellino.
Qualora un giocatore sia stato acquistato a parametro zero e quindi ceduto con la stessa formula o svincolato, è stato escluso dal calcolo. Del resto, almeno dal punto di vista del cartellino, si tratta di un’operazione a somma zero.
Come si legge il grafico: i giocatori sono ordinati per differenza tra prezzo di acquisto e valore di mercato. O tra prezzo di acquisto e di cessione se hanno già cambiato maglia. Le barre sono verdi se il giocatore ha generato una plusvalenza, rosse se ha causato una minusvalenza. Le dimensioni della barra fanno riferimento all’età: più è grande, più giovane è il calciatore in questione.