Il sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali nella Ue ha da poco segnato un altro traguardo: due anni dal debutto della procedura elettronica facilitata con la tessera professionale europea. L’anno scorso in Italia sono state rilasciate 298 tessere (contro le 161 del 2016), a fronte di 515 richieste. Numeri in ascesa ma ancora piccoli, anche perché la procedura resta per ora riservata solo a cinque professioni: infermieri, farmacisti, fisioterapisti, agenti immobiliari e guide alpine. E sono queste ultime – come testimoniano i dati del Dipartimento delle politiche europee anticipati al Sole 24 Ore – a fare il grosso dei risultati (70%), per prestazioni temporanee da una parte e dall’altra del confine. Nel complesso, in due anni sono state dunque concesse 459 tessere, in entrata e in uscita. Molti dei professionisti che rientrerebbero nel raggio di azione continuano a diffidare delle procedure online e preferiscono seguire il percorso “cartaceo” tradizionale (alternativo), specie quando hanno intenzione di trasferirsi stabilmente in un altro Paese. O quando “scoprono” che la tessera non è propriamente un tesserino passepartout, ma la prova (telematica e snella) del fatto che formazione ed esperienza hanno superato i controlli incrociati.
I dati a livello comunitario, sui primi due anni, saranno elaborati a breve dal gruppo di lavoro dei coordinatori. Per ora la fotografia è ferma al 30 giugno scorso e mostra 1.390 procedure accolte, su un totale di 3.239 richieste.