Nel 2017 in Italia ci sono stati circa 50mila migranti irregolari in più. Provenienti dal circuito dei richiedenti asilo, sono quelli con la domanda respinta: il 52%, uno su due, più i cosiddetti «irreperibili». Si comprende così l’insistenza del ministro dell’Interno, Marco Minniti, deciso fin dal suo insediamento a ridurre i gradi di giudizio delle commissioni per le istanze umanitarie da due a uno. Per abbassare l’inflazione di domande e aspettative senza esito. Ma anche, di conseguenza, le presenze indebite.
A breve si insedieranno anche i 250 nuovi funzionari per snellire le pratiche. Da luglio 2017 sono in vigore le nuove regole e proprio dallo scorso agosto c’è stato un calo progressivo e costante, ogni mese, delle richieste di protezione, inferiori anche al semestre 2016. Ma intanto le fila dei migranti con la domanda respinta, dunque privi di titoli a soggiornare in Italia, si sono ingrossate.
Delle istanze esaminate nel 2016, pari a 91.102, oltre 54mila sono state negate; i rifiuti l’anno prima erano 41.503 e nel 2014 furono 14.217. L’esito negativo non prevede alcun automatismo di espulsione effettiva. Anzi, l’identificazione dello straniero davanti alla commissione d’asilo non è valida per un eventuale rimpatrio: la procedura va rifatta. Una serie di lungaggini e di zone franche di normativa favoriscono la presenza di migranti sul territorio senza permesso. Come il nigeriano Innocent Oseghale, sospettato dell’omicidio di Pamela Mastropietro a Macerata.