Nel 2017 in Italia sono state tracciate oltre 220 milioni di interazioni tra social network e trasmissioni televisive. La Social TV entra così nella sua fase di maturità, ma cosa intendiamo esattamente con questo termine? È un fenomeno ormai consolidato per l’industria televisiva che comprende tutte le conversazioni che avvengono sui social e che hanno come tema di discussione un programma TV.
Siamo oggi abituati a vedere iniziare qualunque trasmissione con il lancio di un hashtag e con un invito al pubblico a interagire attraverso questo strumento di raccolta delle conversazioni sui social. Un modo per far parlare di sé, ma anche per creare un rapporto più diretto con gli ascoltatori, che sembrano aver completamente cambiato le modalità di fruizione dei media tradizionali.
Se, come era prevedibile, Instagram è il social delle celebrity – con un rapporto tra contenuti postati ed engagement in alcuni casi a tre cifre – la piattaforma di condivisione di foto e video sta diventando anche la preferita per commentare alcuni generi televisivi. I dati rilevati nelle ultime settimane del 2017 mostrano come, in realtà, Instagram abbia ormai superato Facebook e Twitter per molti dei programmi principali.
La sfida diventa ora quella di gestire e guidare queste conversazioni. Innanzitutto cercando di cogliere, attraverso i profili ufficiali, le preferenze e le reazioni del pubblico a quello che succede in trasmissione, pensiamo ad esempio alla presenza di un ospite.
Secondariamente è fondamentale concentrarsi sui generi più accattivanti. La categoria che più infiamma l’audience italiana è quella dei Talent e dei Reality Show, con un 36% del peso totale delle condivisioni. Tuttavia, anche il calcio e la politica, a seconda del periodo, sono degli importanti catalizzatori di attenzione: inutile sottolineare l’influenza che può avere una campagna elettorale sull’intensità di queste conversazioni.
Infine, una tendenza che andrà a consolidarsi nel 2018 sarà quella delle interazioni social lontane dalla messa in onda (Non Linear Conversation). Se da un lato il pubblico è sempre meno abituato a rispettare i vincoli dei palinsesti – avendo la possibilità di rivedere in streaming la maggior parte dei programmi – dall’altro lato gli stessi editori stanno cercando di estendere nel tempo queste conversazioni, per aumentare lo share e la risonanza.