La California è diventato il maggiore mercato mondiale per la cannabis. L’uso ricreativo della marijuana, diventato legale dopo esser stato per referendum in novembre, promette di fare delle pianticelle finora all’indice per consumo non medico quello che Hollywood ha fatto per la celluloide e la Silicon Valley per il semiconduttore.
Col Canada che potrebbe seguirne la strada tra qualche mese (il primo paese G7 a farlo), in California i cittadini di oltre 21 anni possono da oggi possedere un’oncia di cannabis (equivalente a 28 grammi) e coltivare a casa fino a sei piantine. Resta vietato l’uso nei luoghi pubblici ad esempio al ristorante o al cinema e al volante. La legalizzazione è accompagnata da regole e vincoli commerciali simili a quelle del mercato degli alcolici e del tabacco.
Negli Usa, dove in 30 stati è già legale la cannabis medicinale, la California e’ il sesto stato a legalizzare l’uso ricreativo, reclamizzato come un prodotto di “wellness”, l’alternativa a “calorie zero” del cocktail dopo il lavoro. Legalizzazione non significa pero’ che la marijuana, tuttora vietata a livello federale, sia venduta dovunque. Delle oltre mille richieste di licenza pervenute solo alcune decine sono state approvate.
Qui nell’info data abbiamo preso i prezzi all’ingrosso e al dettaglio della Marijuana nel mondo. La fonte sono le Nazioni Unite. I dati sono relativi al 2014
Los Angeles, West Hollywood, San Francisco, San Diego, Oakland, Santa Cruz e San Jose sono le citta’ che finora, come richiesto dal referendum, hanno dato luce verde, ma molti punti di vendita (compresa tutti quelli di Los Angeles) non hanno ancora il permesso. Mentre per 300 altre municipalita’, incluse Riverside, Fresno, Bakersfield, Pasadena e Anaheim, tutto resta ancora come prima: la vendita e’ permessa solo con ricetta medica.
Dove il mercato della marijuana avrà via libera, i consumatori devono essere pronti a mostrare il documento e a pagare in contanti. Restrizioni a parte, per Tony Hall che a SanDiego ha ottenuto la prima licenza di tutto lo stato, la rivoluzione e’ “epocale e multigenerazionale, simile a quella che nel 1933 pose fine al bando degli alcolici”.