Lo scorso 14 Febbraio, nel primo pomeriggio della costa orientale americana, per la precisione a Parkland in Florida, quello che per gli studenti della Marjory Stoneman Douglas High School doveva essere un giorno come tanti altri, si è tramutato in una delle peggiori carneficine mai verificatesi in ambiente scolastico.
Il 19enne Nikolas Cruz, ex studente della scuola, è arrivato sul luogo del massacro a bordo di un Uber e verso le 14:21 ha aperto il fuoco all’interno dell’istituto sparando sia su studenti che su personale didattico.
Nei sei minuti di follia, Cruz , che aveva già manifestato diversi segni di instabilità mentale così come la volontà di voler diventare una sorta di cecchino (autoproclamandosi “professional school shooter”), ha ucciso 17 persone (di cui 14 studenti), ferendone altre 15, compreso se stesso, con danni di varia entità, per poi fuggire in direzione di due fast food prima di venire arrestato a Coral Springs poco dopo le 15:40.
Quest’ultimo episodio di violenza derivante da arma da fuoco è solo l’ultimo di una lunga serie di precedenti che contraddistinguono gli Stati Uniti ormai da parecchi anni e il dibattito relativo alla possibilità di possedere armi è da sempre uno dei temi caldi che riemerge a seguito di ogni strage.
Nell’infografica che segue (da mobile suggerita visualizzazione in orizzontale) sono rappresentate tutte le sparatorie di massa verificatesi negli Stati Uniti a partire dal 1982.
I dati sono ripartiti sia a livello temporale, indicando per ogni anno quanti sono stati i morti (blu scuro), i feriti (bianco) e il numero complessivo di vittime coinvolte (rosso), sia a livello geografico con indicazione della località in cui è avvenuta la sparatoria indicata con un cerchio rosso di dimensione proporzionale al numero di vittime complessive (sia morte che feriti).
È possibile interagire con i dati cliccando sia sulla località sia sull’anno per vedere aggiornarsi l’infografica anche per quanto riguarda i 3 indicatori complessivi in cima.
Come appare evidente dai dati (riportati da Mother Jones), il 2018 è purtroppo iniziato nel peggiore dei modi facendo seguito ad un periodo particolarmente buio che ha visto il suo apice non più tardi dell’anno scorso durante il quale sono state ben 704 le vittime complessive, ripartite fra le 117 morti e i 587 feriti.
Degli undici episodi verificatisi nel 2017, salta chiaramente all’occhio il massacro avvenuto sullo “strip” di Las Vegas lo scorso primo di Ottobre quando, durante un concerto nella colorata capitale del gioco d’azzardo, hanno perso la vita 58 persone per mano di Stephen Paddock, 64enne che si era appostato al 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel equipaggiato con un totale di 47 armi da fuoco.
Il conteggio totale delle vittime ha raggiunto quota 604 considerando le altre 546 persone rimaste ferite nella sparatoria che si è poi conclusa con la morte dello stesso Paddock toltosi la vita nella camera di albergo in cui aveva soggiornato per quattro giorni prima di compiere il massacro.
Drammaticamente attuali, anche il 2012 e il 2016 sono stati anni particolarmente sfortunati e, fatta eccezione per il 2017 che svetta con distacco in questa sfortunata classifica, entrambi hanno fatto registrare 71 morti complessivi distribuiti nell’arco di 13 episodi di violenza perpetrata con arma da fuoco.
Nel 2016, durante la sparatoria avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 Giugno, Omar Mateen ha aperto il fuoco all’interno del nightclub “Pulse” di Orlando sia dopo aver superato i controlli di sicurezza all’entrata sia quando, impossibilitato alla fuga, si è barricato nel locale prendendo in ostaggio le persone che avevano cercato salvezza all’interno dei bagni, finendo per ucciderne 49 e ferirne 53.
Durante il 2012 invece, dei sette episodi accaduti, la sparatoria che ha maggiormente catturato l’attenzione è stata una volta ancora legata ad una scuola, questa volta elementare.
Nella mattinata del 14 Dicembre, il killer Adam Lanza, si è introdotto all’interno della Sandy Hook Elementary School situata a Newton nel Connecticut e ha ucciso 27 persone, delle quali 20 erano bambini di età compresa fra i sei e i sette anni.
Anche in questo caso, il massacro si è concluso con il suicidio dello stesso carnefice il quale, poco prima di raggiungere la scuola elementare, aveva anche già ucciso la madre con quattro colpi di pistola alla testa.
Il tema del possesso di arma da fuoco è notoriamente una delle grandi questioni che animano i dibattiti relativi alla sicurezza dei cittadini americani e che vede spesso sfociare la libertà di potersi difendere con un’arma in massacri compiuti nei confronti di perfetti ed incolpevoli sconosciuti.