Una rivoluzione ad elevato impatto. Fra le tante definizioni utilizzate dagli esperti per commentare lo sviluppo sempre più accelerato delle reti di quinta generazione (tema centrale del Mobile World Congress in corso a Barcellona) c’è anche questa, ed è supportata dai numeri. Entro il 2016, infatti (i dati sono di Ericsson), il mercato 5G potrebbe valere qualcosa come 1,23 trilioni di dollari, affermandosi come una delle tecnologie guida per la digitalizzazione di molte industrie, dall’entertainment all’automotive (i sistemi di guida autonoma), dal mondo manifatturiero a quello finanziario. Il prodotto mobile per eccellenza, lo smartphone, è pronto a griffarsi del “marchio” 5G a partire dal 2019, anche se per poterne sfruttarne la connettività ultraveloce bisognerà di fatto aspettare l’anno successivo. In quella che in molti hanno già definito “gigabit society”, la società delle connessioni ad altissime prestazioni per l’appunto, c’è ovviamente spazio anche per le startup. A Barcellona, nell’ambito dell’evento 4YFN (4 Years From Now, la business community della fondazione Mobile World Capital che aggrega nuove imprese, investitori, istituzioni pubbliche e grandi aziende) ne sono presenti circa 600 provenienti da oltre 150 Paesi, Italia compresa. Dieci quelle selezionate (su 300 candidate) per gli 4YFN Awards, che si giocheranno il titolo di startup più innovativa nella finale in programma mercoledi 28 febbraio. Tra queste ci sono specialisti nella gestione del portafoglio assicurativo via app come la spagnola Brokoli, soluzioni per connettere fra loro servizi finanziari di vario genere sempre tramite app utilizzando un singolo dispositivo come quella dell’inglese Combine e piattaforme intelligenti di video-analytics che sfruttano le tecnologie di deep learning e cognitive computing come quella dell’israeliana Viisights. Per tutte l’opportunità di mettersi in mostra in una città che punta a diventare una sorta di laboratorio aperto per le 5G su scala europea, con una serie di progetti dedicati in rampa di lancio a partire dai prossimi mesi.
In cerca di startup tecnologiche impegnate sulle reti di quinta generazione vi sono in prima fila, con iniziative lanciate in Italia, Ericsson e Vodafone. La prima ha appena concluso l’ottava edizione del Programma Ego, dedicato quest’anno ai “5G Pioneers”, e fra le quattro startup selezionate ha premiato (ospitandola nel proprio stand di Barcellona) Nm2 – Networking Made Easy, uno spinoff dell’università Federico II di Napoli che ha sviluppato una piattaforma in grado di comprendere via software quello che accade all’interno di una rete ad alta velocità. Per la seconda, invece, dopo aver annunciato la copertura 5G di tre grandi città italiane entro il 2020, ha lanciato nelle scorse settimane Action for 5G, il suo primo bando dedicato a imprese innovative vogliono che vogliono cimentarsi su applicazioni basate sulle reti di quinta generazione. Sul piatto Vodafone ha messo 2,5 milioni di euro di finanziamenti per quattro anni, per un totale di 10 milioni di euro. Le candidature per partecipare al bando sono aperte fino al 31 marzo e sono quattro le startup già coinvolte nelle sperimentazioni sul 5G. Intellitronika, in particolare, è un’azienda romana che ha creato a beneficio delle forze dell’ordine un sistema integrato per accedere a banche dati in mobilità, scambiare messaggi con la centrale operativa e condividere servizi digitali (mappe, foto e video) fra dispositivi mobili diversi. L.i.f.e., invece, è impegnata nel campo delle soluzioni per la salute e il benessere e ha dato vita a una maglia dotata di sensori integrati in grado di rilevare in tempo reale parametri vitali come l’elettrocardiogramma e i bioritmi, inviando notifiche via telefonino a chi la indossa.
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