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politica

Elezioni, scopri quanto hanno lavorato i parlamentari uscenti

A pochi giorni dal voto, l’attenzione di tutti è giustamente orientata al prossimo Parlamento. Ma per una legislatura che sta per aprirsi, ce n’è un’altra che si avvia verso la conclusione. E come si chiude quella che sarà ricordata nei libri di storia come la 17sima della Repubblica italiana?

 

A dare una risposta a questa domanda ci ha pensato OpenPolis, associazione che si occupa di promuovere la cultura dell’open government attraverso la diffusione degli open data. Beninteso, non si tratta di un giudizio politico: quello potranno darlo tutti gli italiani domenica prossima recandosi alle urne. No, OpenPolis ha calcolato quello che ha definito indice di produttività parlamentare. Un indicatore che tiene innanzitutto conto della partecipazione ai lavori dell’aula. Ma anche del numero di proposte di legge delle quali il singolo parlamentare è stato primo firmatario, di quanti colleghi hanno sottoscritto il documento e quanto vicino è andato alla conversione in legge.

 

Il risultato è un valore numerico che permette di valutare quanto abbia lavorato ogni singolo parlamentare (sono esclusi i presidenti delle due Camere e quelli subentrati solo nelle ultime settimane). Ancora una volta: la valutazione è quantitativa, non qualitativa. Quest’ultima, spetta agli elettori. Per gli amanti delle classifiche, l’indice di produttività parlamentare premia l’onorevole Donatella Ferranti (Pd) con 1.752 e il senatore Giorgio Pagliari (Pd) con 1.858. I dati relativi ai singoli parlamentari si possono scaricare qui.

 

Più che di analizzare i risultati dei singoli, però, InfoData ha deciso di affrontare i dati raccolti da OpenPolis sotto un alto profilo. Ovvero tenendo conto del genere, del gruppo parlamentare e della circoscrizione di elezione, vale a dire la regione in cui i parlamentari sono stati eletti (in questo caso non si è tenuto conto di deputati e senatori eletti all’estero). Quella che sta per chiudersi è stata infatti la legislatura con la maggior rappresentanza femminile di sempre sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Ed è da qui che parte la nostra analisi:

 

 

 

L’indice di produttività premia, seppur di poco, gli uomini. Non mancano, però, i casi in cui le onorevoli abbiano lavorato di più dei colleghi maschi. Un esempio? Quello delle deputate elette nel Lazio, che hanno registrato una produttività di 327,8 contro quella di 199,4 fatta segnare dagli uomini. Occorre specificare che, da qui in avanti, si parla di valori medi, calcolati da InfoData a partire dai dati di OpenPolis. I filtri posti nella parte alta dell’infografica permettono di muoversi tra Camera e Senato, selezionando il gruppo parlamentare e la circoscrizione di elezione. Dando così al lettore la possibilità di approfondire l’analisi.

 

Nel Paese dei campanili, non poteva poi mancare un’analisi sotto il profilo geografico. Come anticipato, in questo caso non abbiamo tenuto conto delle circoscrizioni estere, ma solo di quelle italiane. Il risultato? I parlamentari più produttivi sono stati quelli eletti in Friuli Venezia Giulia e in Umbria.

 

 

 

Tra le donne “vincono” le umbre, tra gli uomini i friuliani. E sono sempre gli eletti in questa regione i più produttivi della Camera, mentre tra i senatori quelli che hanno lavorato di più sono i parlamentari di origine sarda. O che, perlomeno, sono stati eletti nell’isola dei quattro mori. Con i filtri è possibile anche valutare la produttività su base regionale anche all’interno dei singoli gruppi parlamentari. Ed è proprio a questi ultimi che è dedicato l’ultimo dei grafici realizzato da InfoData elaborando i dati raccolti da OpenPolis.

 

 

 

Sul piano generale, i più impegnati sono stati i parlamentari della Lega, che hanno totalizzato un indice di produttività pari a 412,8, seguiti dal gruppo degli autonomisti, formato tra l’altro dall’Union Valdôtaine e dal Südtiroler Volkspartei, con 349,8. Lega che deve il suo primato soprattutto all’attività dei deputati, mentre al Senato lo scettro della produttività va ai deputati di Mdp-Articolo 1-LeU con 391,4 (vale la pena di ricordare che Pietro Grasso, presidente di Palazzo Madama e ora leader di Liberi e Uguali, è escluso dal computo).

 

Tra gli uomini primeggiano ancora i leghisti, mentre tra le donne quelle con un indice più alto sono le esponenti di Democrazia solidale-Centro democratico, gruppo nato alla Camera da una scissione di Scelta civica e dagli eletti nell’Udc. Sono questi, dunque, i numeri che chiudono la XVII legisl2atura. Dalla prossima settimana, sarà possibile iniziare a raccogliere quelli per valutare la produttività degli eletti nella XVIII.