Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
politica

Analisi post-voto: il caso Lombardia

Dopo esserci addentrati nel post-Elezioni 2018 analizzando i risultati su tutta la penisola, l’approssimativa analisi di una spaccatura nord e sud ha mostrato delle crepe. La situazione è molto più variegata, soprattutto al nord.

Uno dei casi più interessanti di questa tornata elettorale è relativo al voto lombardo, una regione in cui si è fatto sentire l’effetto Lega, ma che ha mostrato alcune particolarità. Tra queste il ruolo del Partito Democratico nelle grandi città. Il PD è risultato primo partito in 8 capoluoghi di provincia: Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Mantova, Milano, Monza, Pavia. Soprattutto Milano e hinterland hanno registrato un’interessante distribuzione del voto, con il Partito Democratico primo in città, il Movimento 5 Stelle nei comuni dell’hinterland più stretto e la Lega vittoriosa man mano che ci si allontanava dal capoluogo di regione.

Nella mappa che vi mostriamo abbiamo visualizzato il voto lombardo, tenendo conto esclusivamente dei quattro principali partiti e colorando ogni comune in base al partito con la percentuale più alta. Il rosso del Partito Democratico, il giallo del Movimento 5 Stelle, il verde della Lega e il blu di Forza Italia. Interessante il dettaglio di Milano e dintorni.

Partendo dallo spunto offerto dal voto milanese la nostra analisi si è dunque soffermata sulla differenza del voto tra città e periferie. Se Milano evidenzia chiaramente una distribuzione del voto differente tra città e comuni limitrofi, esiste una correlazione tra distanza dai grandi centri urbani e percentuale del voto ottenuto dai quattro partiti?

La nostra analisi

Nella grafica che vi proponiamo abbiamo dunque calcolato la distanza (in linea d’aria) tra grandi centri urbani e tutti i comuni lombardi. Le 4 mappe mostrano le distribuzioni del voto per i 4 principali partiti, mentre i grafici a dispersione mostrano la correlazione tra distanza dal più vicino capoluogo di provincia e percentuale ottenuta. Ogni pallino rappresenta un comune lombardo ed è dimensionato in base alla popolazione residente. Il pallino più grande è ovviamente Milano.

È possibile filtrare la grafica per provincia, scendendo nel dettaglio dell’analisi, e scoprire le percentuali di ogni comune passando con il mouse sui diversi grafici. Gli istogrammi nella parte bassa mostrano la percentuale media ottenuta raggruppando i comuni in diversi bin, ognuno “largo” 10 km. Cliccando sulle barre vedrete evidenziare nelle mappe e nei grafici a dispersione i comuni che fanno parte del gruppo.

 

Esiste dunque una correlazione tra distanza dai capoluoghi e percentuale ottenuta? Se per Forza Italia e Movimento questa correlazione non sembra esistere, gli scatterplot e gli istogrammi mostrano una crescita della percentuale media ottenuta dalla Lega man mano che ci si allontana dai grossi centri urbani. Chiaramente nessun modello riesce a spiegare al 100% il comportamento del voto di tutti i comuni lombardi (e il nostro r squared non è così alto da poter considerare una netta relazione), ma la crescita sembra effettivamente esserci. La Lega passa infatti gradualmente da una media del 23%, ottenuta nei capoluoghi di provincia, al 48.9% dei comuni più periferici.

Al contrario il Partito Democratico, che ha ottenuto grosse percentuali nei capoluoghi ed è l’unico partito che sopravanza la Lega in uno dei bin (proprio nei capoluoghi col 25.4% di media), vede decrescere le sue percentuali andando verso le periferie.

Vi mostriamo meglio il crescere del voto leghista nella grafica animata:

 

La relazione funziona molto meglio nella provincia di Milano, come già appurato dalla prima mappa, che mostrava chiari segni di questa particolare distribuzione.

Se la Lega sbanca in Lombardia lo deve molto ai piccoli comuni. Al contrario il Partito Democratico, tra gli sconfitti di queste elezioni, è inaspettatamente primo partito in gran parte dei capoluoghi della regione. La relazione sembra esistere, almeno per questi due partiti. Nonostante una crescita da città a periferie vanno comunque considerate le percentuali molto alte ottenute dalla Lega in tutta la Lombardia. Solo nei capoluoghi il Partito Democratico sopravanza il partito di Matteo Salvini.

Ultimi commenti
  • Isabella |

    che i grossi capoluoghi siano multietnici non ci sono dubbi, ma per votare devi avere la cittadinanza italiana,…per averla oltre ad essere nato in Italia devi avere almeno 1 genitore italiano oppure essere nato in Italia da stranieri ed esserci rimasto fin dopo i 18 anni . Non credo ci siano così tanti cinesi, magrebini e montenegrini con cittadinanza italiana da poter influenzare il voto

  • Isabella |

    che i grossi capoluoghi siano multietnici non ci sono dubbi, ma per votare devi avere la cittadinanza italiana,…per averla oltre ad essere nato in Italia devi avere almeno 1 genitore italiano oppure essere nato in Italia da stranieri ed esserci rimasto fin dopo i 18 anni . Non credo ci siano così tanti cinesi, magrebini e montenegrini con cittadinanza italiana da poter influenzare il voto

  • guido |

    la correlazione fra distanza e voto non c’entra con la connotazione popolare; ritenere che il popolo sia costituito dalle persone che abitano lontano dalle città è senza senso.
    La città è il centro culturale e quindi la distanza denota piuttosto la cultura del votante. La connotazione popolare ( nel senso economico del termine ) è invece marcata per 5 stelle che vince nelle periferie.

  • guido |

    la correlazione fra distanza e voto non c’entra con la connotazione popolare; ritenere che il popolo sia costituito dalle persone che abitano lontano dalle città è senza senso.
    La città è il centro culturale e quindi la distanza denota piuttosto la cultura del votante. La connotazione popolare ( nel senso economico del termine ) è invece marcata per 5 stelle che vince nelle periferie.

  • Antonella |

    Questo dimostra che il PD ha perso la connotazione popolare trasformandosi in un partito borghese e il suo posto lo ha preso la lega. La gente ha percepito questo.

Suggeriti