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finanza

Startup: quanto vale l’Europa delle scaleup?

L’Europa delle scaleup registra 4.200 realtà nel segmento ICT in 45 Paesi mappati e un capitale raccolto complessivo di 58 miliardi di dollari. Ma si tratta di una fotografia a macchia di leopardo. Perché i numeri raccontano un contesto a più velocità, con i Paesi anglosassoni e del nord-Europa a tirare la volata rispetto a investimenti e crescita, come certifica Mind The Bridge col rapporto Sep Monitor Scaleup.

 

 

Intanto l’Italia chiama a raccolta l’ecosistema europeo dell’innovazione. Da ieri e fino a stasera la Borsa di Milano ospita il lancio del progetto Sep Scaleup Summit, organizzato da Mind the Bridge e promosso dalla Commissione Europea. Un confronto a porte chiuse con 250 scaleup, corporation e investitori. È il primo appuntamento di un viaggio che farà tappa anche nelle Borse di Londra, Lisbona, Budapest.
A guidare la classifica europea sono Regno Unito e Irlanda con 1.550 scaleup e una raccolta complessiva di 21,5 miliardi. A seguire l’Europa centrale: Germania e Francia in testa con 1.150 scaleup (il 28% del totale europeo) e una raccolta stabile a 18,1 miliardi di dollari.
L’Italia si colloca soltanto all’undicesimo posto nell’Europa continentale con un capitale che non arriva neppure al miliardo di dollari, attestandosi a 970 milioni. Il divario con il Regno Unito, in cima alla classifica, è abissale. Uno scarto di investimenti di 22 unità rispetto all’ecosistema inglese. «In Europa produciamo startup capaci di crescere, ma è importante misurare le performance per dare visibilità alle migliori scaleup in ambito internazionale», afferma Alberto Onetti, presidente di Mind the Bridge. Proprio l’organizzazione che sostiene gli ecosistemi imprenditoriali ha lanciato la mappa delle 500 tech scaleup europee. La presentazione a Londra a fine luglio.
Sei sono i verticali da tenere d’occhio: si tratta di blockchain, intelligenza artificiale, digital construction, insurtech, foodtech e fintech.
In testa alla classifica si distinguono le 569 fintech scaleup, per un totale di 13,8 miliardi in capitali raccolti. A seguire il segmento foodtech con 160 scaleup e 12,7 miliardi di dollari di raccolta. In questo caso la parte del leone la fanno i servizi agritech e le innovative piattaforme di social-commerce, con nuovi sistemi di distribuzione di prodotti e servizi.
Da segnalare anche le performance del settore costruzioni e infrastrutture, ambito “accelerato” dalla crescita esponenziale dell’Industria 4.0: in questo comparto si registrano 444 scaleup con oltre 10 miliardi di dollari di raccolta. I nuovi trend riguardano la stampa 3D, la sostenibilità, la realtà virtuale e aumentata e le vari declinazioni dell’Internet of Things: il mondo degli “oggetti connessi” copre uno spettro che va dai sensori ai droni, dalla robotica ai big data.
Le scaleup assicurative sono invece 106 per quasi 2 miliardi di raccolta. Col futuro trainato da intelligenza artificiale, analisi dei dati, servizi a valore aggiunto per i clienti. Rilevanti anche le applicazioni sul fronte della regolamentazione.
C’è poi l’area dell’intelligenza artificiale con 267 scaleup e 700 milioni di dollari di raccolta. Sono invece 36 le realtà europee che si occupano di blockchain, con una raccolta ferma a 400 milioni di dollari. Servizi bancari, logistica e sanità sono gli ambiti prevalenti, con un’attenzione alla certificazione e alla protezione dei dati. «L’innovazione può generarsi ovunque, anche se per crescere occorrono investimenti e un ecosistema che li incentivi. Oggi in Europa ci sono realtà rilevanti: Lisbona, Berlino, Parigi, Amsterdam, Tallinn. Tutte focalizzate sull’attrazione di talenti imprenditoriali», precisa Onetti.
Al centro resta strategica l’alleanza tra scaleup e corporation tradizionali. Che però devono guardare all’innovazione, ammonisce Onetti «Bisogna aprirsi al futuro prima che si venga travolti».