Si è aperta la settimana del Vinitaly, la più grande manifestazione legata al mondo del vino, dove si ritrovano produttori, importatori, ristoratori tecnici e giornalisti. Il Salone Internazionale del vino e dei distillati si tiene a Verona fin dal 1967. Tra il 15 e il 18 aprile riempirà gli oltre 95 000 m² con i vini di più di 4000 espositori.
Una manifestazione importante per il nostro paese, che continua a confermarsi leader nella produzione del vino. Un mercato in cui, oltretutto, sono impegnate praticamente tutte le regioni della penisola. Secondo i dati raccolti dall’International Organisation of Vine and Wine e pubblicati nell’aprile 2017, l’Italia è la maggior produttrice di vino al mondo, con 50.9 mhl nel 2016 (+2% rispetto al 2015).
InfoData ha trasformato i dati dell’Organisation of Vine and Wine in una grafica interattiva, in cui analizzare produzione, aree dedicate ai vitigni e consumo di vino in diverse nazioni del mondo. È possibile cliccare sui nomi dei diversi paesi per filtrare le informazioni e scoprire il livello di consumo di vino, attraverso le illustrazioni realizzate dall’illustratrice Elisa Andreini.
I maggiori produttori di vino
Nel corso del 2016 la produzione di vino in Europa ha raggiunto circa 162 mhl, in calo del 2.5% rispetto all’anno precedente. Un risultato che è frutto di cambiamenti contrastanti tra i diversi paesi europei.
Come scritto in precedenza, l’Italia rimane prima produttrice di vino con 50.9 mhl, mantenendosi su un livello mediamente alto e in miglioramento del +2.5% rispetto al 2015. Anche la Spagna conferma buoni numeri, raggiungendo 39.3 mhl, con un +1.7%. Allo stesso tempo, però, nazioni dall’importante tradizione come Francia e Portogallo mostrano flessioni non trascurabili. La Francia, pur mantenendosi seconda produttrice con 43.5 mhl, registra un -7% (equivalente a 3.5 mhl in meno). Il Portogallo scende a 6 mhl, segnando -15% di produzione. La decrescita più importante è però quella dell’Ungheria, -38% rispetto al 2015.
Fuori dall’Europa registrano una produzione vinicola molto elevata gli Stati Uniti, 23.9 mhl. Al contrario decresce tutta l’America meridionale, anche a causa di El Niño, un fenomeno climatico ciclico frutto dell’interazione accoppiata fra oceano e atmosfera, che si verifica nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni. La produzione brasiliana si è ridotta del 55% rispetto al 2015, con 1,6 mhl. Anche in Argentina la produzione di vino continua a crollare, del 29% con 9.4 mhl. Lo stesso Cile ha fatto registrare un calo del 21%, producendo un totale di 10.1 mhl.
Spostandoci in Africa, sotto l’influenza della siccità, il Sudafrica ha diminuito la propria produzione, dopo 2 anni di livelli elevati, a 10,5 mhl (-6% / 2015).
L’Australia ha registrato un raccolto di quasi 13 mhl (+ 9,4% rispetto al 2015). La produzione della Nuova Zelanda è invece tornata a un livello vicino al record nel 2014 (3,1 mhl), registrando così un aumento notevole (+ 34%) rispetto al raccolto 2015 (2,35 mhl).
Aree dedicate ai vigneti
Grazie a un programma dell’Unione Europea (il Council Regulation (EC) No 479/2008 del 29 Aprile 2008, sull’organizzazione comune del mercato del vino), negli ultimi anni il tasso di diminuzione dei vigneti in Europa è notevolmente calato.
I dati del 2016 ci raccontano una tendenza alla stabilizzazione delle superfici dedicate ai vigneti in Spagna (975 kha), Francia (785 kha), Romania (191 kha) e Germania (102 kha). I vigneti portoghesi (195 kha) e greci (105 kha) continuano invece a diminuire, mentre in Italia (690 kha) la superficie totale del vigneti nel 2016 è tornato a un livello equivalente a quello del 2014.
I vigneti al di fuori dell’Europa sembrano essere rimasti stabili tra il 2015 e il 2016 e dovrebbero raggiungere 3,5 mha. Un’apparente stabilità che nasconde però sviluppi contrastanti in Asia. In particolare la Cina continua a essere il principale polo mondiale di crescita dei vigneti. Nel 2016 è di 847 kha l’area totale delle viti, (+17 kha tra 2015 e 2016). In America del Nord e del Sud non si registrano variazioni significative nelle dimensioni della superficie dei vigneti.
Consumo di vino
Il consumo mondiale di vino nel 2016 è stimato intorno ai 242 mhl. Il dato rappresenta un modesto aumento di 0,9 mhl rispetto al 2015, da considerare con cautela dato il margine di errore del monitoraggio di consumo globale.
Gli Stati Uniti si confermano primo consumatore globale, una posizione detenuta fin dal 2011. Il 2016 ha fatto registrare 31.8 mhl a stelle e strisce, con una crescita della domanda interna rispetto ai consumi dell’anno precedente pari al 2.5%.
In Cina, il consumo del 2016 supera i 17 mhl (+ 6,9% / 2015). Va considerato che gli anni precedenti erano stati contrassegnati da una pausa alla rapida crescita della domanda cinese, iniziata negli anni 2000.
Tra i paesi europei tradizionalmente produttori e consumatori la decrescita dei consumi sembra essersi arrestata. Leggero calo in Francia (27 mhl, -0,2 rispetto al 2015), stabile in Spagna (9,9 mhl) e in Portogallo (4,8 mhl). Per quanto riguarda il nostro paese (22.5 mhl), per il secondo anno consecutivo, si riscontra un significativo aumento di 1.1 mhl, rappresentante +5% rispetto al 2015.