I matrimoni diventano merce rara, e chi sceglie di sposarsi aspetta più a lungo di un tempo, tanto che l’età media al matrimonio ha raggiunto nel 2016 un nuovo massimo storico – sia per gli uomini che per le donne.
Rispetto al 2004, primo anno per cui Istat rende disponibili dati, in tutt’Italia ci sono state circa 50mila nozze in meno. Allora erano state 250mila, e se poi ricordiamo che da allora la popolazione è aumentata di 3 milioni di persone in pochi anni la voglia – o la possibilità – di sposarsi sembra essere davvero andata a picco.
A questo ritardo sembrano aver contribuito sia fattori di lungo periodo, che altri dovuti alla situazione economica dell’Italia. Da un lato la tendenza a posticipare le nozze – o non sposarsi per niente – è comune a molti paesi sviluppati, e quindi non deve sorprenderci troppo. Dall’altro però ci sono motivi per pensare che anche la profonda recessione che abbiamo attraversato ha reso più difficile sposarsi anche per chi lo desidera.
E in effetti proprio insieme alla lieve ripresa economica è arrivato qualche segnale anche nella frequenza delle nozze, proprio nel 2016. Si tratta soltanto di un anno ed è ancora presto per capire se magari il numero è frutto soltanto un bip statistico, ma l’ipotesi che migliori condizioni economiche favoriscano anche la formazione di nuove famiglie tutto sommato non pare così campata per aria.
Nel 2016 gli uomini si sono sposati in media a 37 anni, le donne a 33. Per entrambi si tratta grosso modo di tre anni in più rispetto a dodici anni prima, ma queste ultime tendono a essere più giovani, dunque – relativamente parlando – per loro l’età media al matrimonio è aumentata con maggior velocità che per i maschi.
Esiste poi una grande differenza anche fra aree d’Italia, con il nord dove spose e sposi tendono a essere più maturi, e il sud in cui al contrario le persone di solito celebrano il rito diversi anni prima. La tendenza all’aumento è però diffusa a tutte le latitudini, e coinvolge così nord, centro o sud che sia.
Parlare di medie però ci aiuta solo fino a un certo punto. Più che di singole età, per avere la visione completa conviene guardare a gruppi di persone e come le loro abitudini nuziali sono evolute negli anni: per esempio mettendo insieme la demografia di sposi e spose per trovare le combinazioni di età più comuni al momento del matrimonio.
Come c’è da aspettarsi le persone che compongono le coppie tendono ad avere una data di nascita non troppo lontana fra loro, e insieme gli uomini sono spesso leggermente più in avanti con gli anni. Nel 2004 una gran fetta dei matrimoni si trovava nella fascia dai 25 ai 30 anni di età, e dopo i 40 le nozze celebrate diventavano assai poche.
Oggi il quadro appare cambiato. Non in maniera drammatica, d’accordo – dopo tutto si tratta di scelte che si evolvono in maniera molto lenta nel tempo –, ma uno spostamento esiste e se ne vede chiaramente la direzione. A distanza di oltre un decennio le coppie giovani si sono fatte più rare, mentre un po’ tutte le nozze si sono spostate in là con gli anni. Già in passato sposarsi prima dei 25 anni stava diventando un caso sempre più improbabile, ma ora si tratta appena di qualche centinaio di nozze in tutt’Italia.
È aumentata l’età degli sposi, e ancora più in fretta quella delle spose, tanto che addirittura la combinazione di età più comune nel 2016 – con circa 1.700 matrimoni – prevede lui più giovane di lei, a rispettivamente 28 e 30 anni. In termini generali il calo dei matrimoni vale per tutti, ma al netto di questo troviamo comunque un fenomeno emergente: ovvero quello delle nozze in età avanzata.
Un tempo tutto sommato raro, ora invece è sempre meno strano trovare coppie che si sposano a 45 anni e oltre, o anche un altro gruppetto – certo piccolo – che a nozze arriva in tarda età, anche dopo i 60 anni. In quest’ultimo caso si tratta più spesso di seconde nozze.
Matrimoni con grandi differenze di età fra gli sposi sono in effetti parecchio rari, e quando si verificano di solito vedono uomini più in avanti con gli anni sposare ragazze più giovani – quasi mai il contrario.