La Primavera arriverà sempre un po’ prima. Uno dei primi studi che ha misurato questo cambiamento è arrivato nel 2016. Nell’articolo scientifico sono state riviste le stime dell’inizio della primavera sulla base dei cambiamenti nella fioritura di determinate specie di piante in ogni parco naturale degli Stati Uniti. E’ stato analizzato l’intervallo storico di variabilità negli ultimi 112 anni (1901-2012). La conclusione a cui si è giunti è che la primavera ha anticipato i suoi tempi in circa tre quarti dei parchi (76%), e il 53% dei parchi sta vivendo primavere “estreme” che superano il 95% delle condizioni storiche. Sul lungo termine i cambiamenti climatici, concludono i ricercatori, stanno facendo sì che la primavera inizi prima e dopo gli Stati Uniti. Queste mappe rivelano quanto la primavera sia arrivata nei parchi nazionali di tutto il paese. I dati sono stati pubblicati nel 2016 dai ricercatori del National Park Service.
Si è spostato il primo giorno di primavera? Di un giorno. Dal 2016 non è stato il 21 marzo ma il 20. E la data si sposterà ancora. Tuttavia, se la primavera arriva con un giorno di anticipo è per ragioni astronomiche. Secondo quanto dichiarato all’Ansa da Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (UAI): il calendario misura 365 giorni per un anno, cioè un quarto di giro in meno di quanti la Terra ne compia su se stessa durante una rivoluzione completa attorno al Sole (fatta in 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi). Significa che accumuliamo ritardo per 3 anni e poi recuperiamo tutto aggiungendo 1 giorno ogni 4 anni. Il ritardo che accumuliamo fa sì che ogni anno il momento dell’equinozio di primavera sia in un orario diverso rispetto al precedente e può così cadere in un giorno compreso tra il 19 ed il 21 marzo.