In un articolo precedente, partendo da un sondaggio condotto da Quorum/YouTrend per SkyTG24, abbiamo cercato di identificare temi e politiche cari in egual misura agli elettori di Lega e Movimento 5 Stelle. L’idea è che gli aspetti sui quali c’è più accordo fra loro potrebbero essere anche, si presume, quelli oggetto di riforma del nuovo governo formato dai due partiti.
Possiamo però anche procedere al contrario. Dalle risposte al sondaggio infatti scopriamo che nonostante tutto esistono anche tanti altri argomenti su cui ciascuna delle due forze politiche ha battuto durante la campagna elettorato, ma che agli elettori dell’altra piacciono poco o affatto.
Il principale punto di tensione del nuovo governo sarà, con tutta probabilità, l’immigrazione. Oltre tre elettori del Movimento su quattro per esempio si dicono abbastanza o molto d’accordo con l’affermazione secondo cui un bambino che nasce in Italia è italiano, non importa di chi sia figlio. Come c’è da immaginarsi la risposta allo stesso tema è parecchio diversa per i leghisti, che accolgono l’idea con molta più freddezza.
Ancora maggiore è la distanza nella percezione del rapporto fra immigrazione e sicurezza. L’elettorato a 5 stelle sembra molto spaccato su questo tema, e diviso equamente fra chi si sente insicuro quando si trova fra immigrati e chi invece no. Più monolitica è invece l’opinione di chi ha votato Lega, che risulta spessissimo abbastanza o molto d’accordo nel dirsi insicuro in presenza di persone di origine non italiana.
Una spaccatura simile emerge chiedendo alle persone se, a pari condizioni, un italiano deve avere la precedenza su un immigrato. Qui di nuovo gli elettori arancioni sembrano dividersi in due gruppi opposti, anche se comunque poco meno del 30% di loro si dice abbastanza d’accordo. D’altra parte il principio secondo cui un immigrato deve passare in secondo piano rispetto a un italiano viene apprezzato, con sfumature diverse, da oltre il 70% dell’elettorato leghista.
Il testo dell’accordo fra partiti è cambiato parecchio, fra le diverse versioni, e alcuni temi sono spariti mentre ne sono comparsi di altri forse inaspettati. Certo è interessante notare, come ha fatto il commentatore economico di Bloomberg Ferdinando Giugliano, che alle riforme dello sport in Italia sono state dedicate due pagine con invece sei righe dedicate al deficit di bilancio.
Per la tenuta dell’economia italiana uno dei principali punti riguarda senz’altro l’uscita dall’euro, tema su cui l’elettorato della Lega sembra avere opinioni abbastanza diverse rispetto a quello del Movimento. E infatti in circa un caso su quattro il primo non pensa affatto che uscire dall’euro sarebbe una catastrofe per l’Italia – come invece ritiene la maggior parte degli esperti dell’argomento –, mentre tutto sommato chi ha votato il Movimento 5 Stelle risulta di misura più in favore dell’euro che il contrario.
Nonostante questo, gli elettori della Lega sembrano comunque avere opinioni meno forti sull’argomento, e infatti troviamo circa il 18% non in accordo né in disaccordo. Oltre alle tensioni sui mercati, forse sta anche qui il motivo per cui nella versione definitiva dell’accordo i riferimenti all’uscita dalla moneta unica sono stati rimossi.
Nel testo dell’accordo di programma compaiono inoltre dei riferimenti ai vaccini, che fanno pensare alla possibilità di rivedere la recente legge che ne ha imposto, in alcuni casi, l’obbligo. A guardare cosa ne pensano i due elettorati tuttavia è difficile trovare la ragione di questa aggiunta, perché in ciascun caso le persone si dichiarano ampiamente più sicure nel mandare i propri figli a scuola se esiste l’obbligo di vaccinarsi.
Al contempo fra i gruppi l’opinione non risulta simmetrica, e nell’elettorato del Movimento la fetta di chi potrebbe avere obiezioni sull’obbligo appare in effetti maggiore.
Se poi affermiamo il diritto di potersi difendere anche con le armi dentro casa propria gli elettori arancioni in completo disaccordo sono poco meno del 60%, quelli leghisti scendono al 45. Solo una piccola percentuale di entrambi lo ritiene un’ottima idea, e dati tali presupposti è difficile ipotizzare grandi cambiamenti in questo senso.
Grandi assenti nella discussione del futuro governo sono i diritti civili, dei quali praticamente non si è parlato per niente. Il che può essere un segno di disaccordo, o in alternativa di mancanza d’interesse. Chiedendo alle persone se li infastidisce che i gay abbiano gli stessi diritti degli eterosessuali, troviamo ancora che gli elettori del Movimento 5 Stelle risultano in qualche misura meno omogenei della Lega, ma in entrambi i casi non sembrano emergere motivi per pensare, tanto per fare un’ipotesi, che l’attuale legge sulle unioni civili possa essere modificata.
Nel rapporto con la religione risulta invece qualche differenza in più. Certo nella maggior parte dei casi nessuno dei due elettorati ritiene che sia necessario, per essere “moralmente a posto”, credere in una religione. Fra i leghisti però il ruolo delle proprie credenze spirituali appare più significativo, mentre chi ha votato il Movimento appare più “laico”.
Se usassimo solo queste opinioni per cercare di ipotizzare i temi su cui probabilmente non cambierà molto, allora è difficile aspettarci grandi novità per quanto riguarda i diritti civili. Tuttavia questa è tutto tranne che una legge di natura: dopo tutto le cose in politica raramente sono così lineari, né è affatto detto che la legge debba sempre rispecchiare per forza ciò che pensano gli elettori.