Eurostat, l’istituto di statistica europeo, ha calcolato che tra il terzo e il quarto trimestre del 2017, 3,2 milioni di persone (il 19,6% di tutti i disoccupati nel terzo trimestre del 2017) hanno trovato un lavoro. 9,9 milioni (59,7%) sono rimaste disoccupate e altre 3,4 milioni (il 20,7%) sono diventate economicamente inattivi (neet). Diciamo subito che manca il Paese più grosso da un punto di vista occupazionale, come è il caso della Germania. Ma in pratica, lavorando sui flussi si scopre che concentrandoci sugli occupati del terzo trimestre ben 2,6 milioni (1,4%) sono hanno perso il lavoro nei tre mesi successivi e 4,9 milioni (2,6%) sono usciti dalla forza lavoro.
Di quelli inizialmente considerati economicamente inattivi nel terzo trimestre del 2017, 3,7 milioni (3,2%) hanno trovato lavoro nel quarto trimestre del 2017 e 3,9 milioni (3,4%) sono diventati disoccupati e quindi in cerca di occupazione. Cosa significa?
Il grafico e la tabella di seguito forniscono una panoramica di tutte le possibili transizioni e mostrano i cambiamenti nello stato del mercato del lavoro. Nel grafico, le cifre relative all’occupazione, alla disoccupazione e all’inattività si riferiscono al numero di persone che rimangono in ciascuno stato tra i due trimestri. Le frecce grigie indicano la direzione dei flussi netti.
In base ai flussi la deriva verso l’inattività economica è ancora molto alta (dato in percentuale). Il che da un lato è fisiologico, dall’altro indica come il mercato del lavoro sia diventato sempre più polarizzato e in cerca di figure professionali che non riesce a trovare.